12 Settembre 2017 09:00 | Petrikirche

Intervento di Gerhard Ulrich



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Gerhard Ulrich

Vescovo, Federazione Luterana Mondiale, Germania
 biografia
"Vorrei iniziare con una breve storia. Un cristiano molto devoto vuole fare ogni cosa correttamente. Non un impegno preso alla leggera, ma una vita cristiana al 100% in accordo con il volere di Dio. Lui vuole vivere secondo la parola del Signore, non
 
in base ai propri piaceri. La sua soluzione: d'ora in poi aprirà a caso la Bibbia e si comporterà esattamente come vi è scritto. Certamente, lo Spirito Santo del Signore lo
 
guiderà nell'impresa senza fallire. Impazientemente fa il suo primo tentativo, apre a caso la Bibbia e legge Matteo 27,5: “Giuda andò e si impiccò”. “Così non può essere”
 
Pensò  “Sicuramente dovrò fare un altro tentativo” Questa volta la Bibbia si aprì su Luca 10,37: “Gesù gli disse, 'Va e fai lo stesso'” 
 
Che cosa possiamo imparare da questa storia? Se affrontiamo l'argomento “La Parola di Dio e la Vita Cristiana” abbiamo bisogno di un approccio cristiano e maturo alla
 
comprensione della Bibbia e della buona ermeneutica biblica. 
 
Celebrando i 500 anni dalla riforma ha senso per noi Luterani dare un altro sguardo a Lutero riguardo questo argomento. Lutero ci ricorda che noi Cristiani non crediamo
 
nella Bibbia in quanto tale e non abbiamo fede nella Bibbia. Piuttosto, la Bibbia rappresenta la Parola di Dio in una maniera molto particolare: la Parola di Dio è prevalentemente e prima di tutto il Vangelo di Gesù Cristo.  Gesù Cristo stesso è la parola -logos- di Dio. Quindi, Egli è il centro delle Sacre Scritture. E questo Vangelo di Gesù Cristo vuole evocare in noi fede e sicurezza. La Parola di Dio è una parola di affetto, amore e pace. Ed è una parola che dà forza. 
 
Una presa di coscienza avvenne nel 1989, quando un'intera nazione nella Germania dell'Est insorse. Donne e uomini si batterono per riavere la loro dignità, resi potenti non da loro stessi ma dalla parola di Dio. Riconoscendo che l'arma più potente è qualcosa che non assomiglia affatto ad un’arma: la grazia di Dio, la carità verso il tuo vicino e un cammino retto. Equipaggiati con la parola di Dio, loro uscirono e presero le strade -centinaia, migliaia, centinaia di migliaia. E un governo con forze armate fino ai denti incontra volti di uomini e donne che camminano a testa alta e lo affrontano – con la luce della candela. È solo poi che le forze armate si arrendono -a persone che credono nella parola di Dio. 
 
Voi tutti conoscete queste storie di successo schiacciante, ma sono sicuro che avete anche vissuto conflitti e dissenso quando si tratta di interpretare la parola di Dio. Noi spesso lottiamo e ci sforziamo di interpretare la bibbia nello stesso modo. Questo è vero fra le diverse chiese, ma anche all'interno di esse. Specialmente riguardo la morale siamo arrivati a volte a diverse conclusioni. Tornerò su questo argomento più tardi. Ma ciò nonostante, io credo che una cosa sia veramente chiara. Se una parola non è una parola di affetto, amore e pace, se non è una parola che dà forza alle persone ma le sottomette, allora non è la Parola di Dio.
 
Un'altra idea continua ad essere importante per noi Luterani: vivere secondo la Parola di Dio è qualcosa che non possiamo forzare, programmare o far succedere da soli.
 
Piuttosto siamo catturati e mossi dal Vangelo attraverso lo Spirito Santo. 
 
Attraverso lo Spirito Santo noi possiamo vivere come la Parola di Dio diventa per noi una verità che cambia la vita, una verità che ci rendere liberi, ci dà forza, ci riempie di amore divino e affetto. E la guida dello Spirito Santo non ha nulla a che vedere con l'aprire a caso la Bibbia e sperare in una direttiva.
 
Quando siamo toccati dalla Parola del Signore, vogliamo anche vivere secondo essa. Noi siamo chiamati dal Vangelo ad essere discepoli. Ci è chiesto di andare fuori nel mondo e di proclamare l'amore del Signore. Essere discepoli significa che noi eguagliamo l'amore di Dio alle nostre stesse vite. Secondo Martin Lutero, Cristo -la Parola di Dio vivente, predicata nel Vangelo- non è soltanto il dono per la nostra salvezza (donum) ma anche un esempio (exemplum) per la nostra vita Cristiana. Gesù Cristo incarna la carità e come suoi seguaci abbiamo il potere di fare altrettanto.
 
Essere discepolo non è mai in solitudine. I discepoli non sono mai solitari. Un seguace di Cristo dovrebbe essere il cartello che indica agli altri l'amore e la pace di Dio, che Dio offre a tutti gli esseri umani. E allo stesso tempo un seguace di Gesù dovrebbe essere aperto verso le opinioni degli altri così che loro possano magari diventare indicazioni dell'amore di Dio per lui. Vivendo della Parola di Dio, ci prendiamo la responsabilità per gli altri e gli altri per noi. 
 
E in questo dialogo e incontro con gli altri, qualche volta anche stranieri, impariamo a vedere il mondo, noi stessi e la nostra chiesa con occhi diversi. Il supporto reciproco ci incoraggerà ad ascoltare più da vicino la Parola del Signore e a mostrare più chiaramente la nostra fede in pubblico. 
 
Essere discepoli cristiani ci avvia ad un nuovo cammino. Un cammino di nuove esperienze, nuovi incontri, nuove prospettive. I discepoli devono correre il rischio e uscire dalla propria tranquillità quotidiana (comfort-zone). Gli altri potrebbero non capire cosa e chi ci guida, perché viviamo della Parola di Dio. Perciò, seguire Gesù Cristo potrebbe condurci in ambienti ostili. Non è una proposta facile un cammino di pace e amore. Ma questo è l'esempio datoci da Gesù Cristo.
 
Parlando di nuove prospettive, io penso ai Paria uomini e donne e ai loro bambini in India -quelli che sono emarginati, intoccabili, quelli che sono esclusi. Loro adesso possono insorgere e sollevarsi, perchè hanno sentito e letto dalla Bibbia: tu sei prezioso, amato figlio di Dio! Tu sei stato creato a sua immagine e somiglianza. Tu sei di un valore imprescindibile -non a causa del modo in cui sei nato, per ciò che hai ottenuto nella tua vita, per la nazione a cui appartieni o per qualunque colore sia la tua palle. NO! Dio ti ha garantito il tuo valore. Tu porti una “dignità straniera”, disse una volta Lutero. E quelle persone insorgono. I decaduti e gli scoraggiati, quelli depressi e abbattuti si sollevano, e fanno lo stesso nella chiesa. L'immagine di Dio diviene come un messaggio politico. E così, la Parola di Dio apre nuove prospettive in tutte le nostre vite.  
 
Per quanto, come tutti noi ora, nuove prospettive e il dialogo possono risultare irritanti anche insieme ad altri Cristiani. L'ho già accennato. Spesso i valori, i diversi modelli di comportamento dovuti a una influenza culturale, e anche gli interessi dei Cristiani di altre chiese o di altre parti del mondo sono chiaramente differenti dai nostri: riguardo i ruoli di uomini e donne, l'ordinazione per le donne, l'assetto del matrimonio, la famiglia e la sessualità o l'assetto delle strutture economiche -giusto per fare qualche esempio.
 
Ma ascoltarci l'uno con l'altro aiuta. Aiuta a capire, ad esempio, che la nostra ricchezza qui in Europa porta alla povertà in altre parti del mondo. Il cambiamento climatico non si affronta nè ignorandolo nè uscendo dai trattati internazionali ma ascoltando gli altri e agendo su di esso. 
 
Nei miei viaggi, ho anche dovuto imparare: colonialismo e apartheid non sono finiti. La collaborazione che avviene tra le chiese ci può aiutare a essere più sensibili. Se qualcuno guarda abbastanza attentamente può trovare le tracce ancora esistenti del colonialismo qui in Europa, attorno a noi ma anche in molte delle chiese vicine.
 
Ma proprio nel caso di così irritanti e controversi argomenti la collaborazione tra le chiese e i cristiani può superare la prova. E con la nostra collaborazione possiamo dare testimonianza di un mondo globalizzato pieno di intolleranze e conflitti. Qui nelle e fra le chiese, può sorgere uno spazio che non può essere trovato nelle economie e nelle politiche secolari. Uno spazio dove le persone si legano agli altri e si impegnano personalmente per lo stare bene dei loro fratelli e sorelle. Ascoltando la Parola di Dio e gli altri possiamo creare uno spazio, dove includiamo ciò che per noi è strano, uno spazio dove la fiducia può crescere e dove imparare a essere rispettosi e apprezzarci gli uni gli altri nelle nostre differenze. 
 
Possiamo fare così perché come discepoli di Cristo siamo tutti parte dell'unico corpo di Cristo. Ascoltiamo l'unica Parola del Signore. Seguiamo un unico esempio, Gesù Cristo. Vivendo della Parola di Dio siamo indirizzati su un cammino di amore e pace."