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Joan

Metropolita ortodosso, Albania
 biografia

 I

Il compito di ristabilire l’unità è e deve sempre essere l’obiettivo di tutti i Cristiani, perchè questa è la volontà di Dio e il Suo programma “raccogliere tutte le cose in Lui (Cristo), quelle che sono in cielo e quelle che sono sulla terra” (Efesini, 1: 10). Gesù stesso, nella Sua preghiera per la Chiesa e per tutti coloro che credono in Lui, l’intero corpo dei credenti di ogni tempo e luogo, ha manifestato chiaramente la Sua volontà: “che possano essere una cosa sola, come Tu, o Padre, sei in me e Io in Te; che anche loro possano essere in Noi una cosa sola, affinchè il mondo creda che tu mi hai mandato” (Giovanni 17:21).
La visione dell’unità è centrale nel Vangelo di Cristo e nell’insegnamento dei suoi apostolico. La divione tra i Cristiani contraddice la volontà di Cristo ed è un’impensabile distorsione della realtà della Chiesa, che danneggia seriamente la testimonianza del Vangelo. Perciò, cercare l’unità deve rimanere sempre al centro della missione essenziale della Chiesa. E’ proprio questa comprensione della Chiesa che ha ispirato il movimento ecumenico. 
Dobbiamo riconoscere che nel corso degli ultimi decenni abbiamo fatto enormi progressi. Il dialogo tra i cristiani ha reso più vicini le Chiese e i Cristiani, li ha aiutati a capirsi meglio e a guardarsi gli uni gli altri non più come nemici. L’unità, di sicuro, cosa su cui tutti noi siamo d’accordo, non è uniformità.
Ma, sfortunatamente, il movimento ecumenico nel mondo Cristiano sembra oggi in un momento di stallo. L’entusiasmo e la speranza che presto avremmo visto una più visibile unità tra le chiese si sono dimostrate irrealistiche. Oggi, tale speranza ed entusiasmo, con rare eccezioni, sono parecchio svaniti. Dobbiamo confrontarci con uno spirito di delusione circa il dialogo tra i cristiani e l’ecumenismo, così come con seri e brucianti nuovi problemi e questioni.
Perciò, la domanda se il movimento ecumenico ha un futuro può essere oggi sollevata in tutte le chiese e tra le persone coinvolte in questo movimento e al di fuori di esse. Le risposte variano dalle più ottimistiche alle più pessimistiche.
 
II
 
Vorrei dire qualche parola circa la partecipazione della Chiesa Ortodossa al movimento ecumenico e su come essa concepisce l’unità. Sebbene le decisioni del Sinodo di Creta (2016) siano state interpretate in vario modo, questo Sinodo enfatizza chiaramente l’impegno e la responsabilità della Chiesa Ortodossa nella ricerca dell’unità. “La partecipazione Ortodossa al movimento per ripristinare l’unità con gli altri Cristiani nella Chiesa Una, Santa, Cattolica e Apostolica non è in alcun modo estranea alla natura e alla storia della Chiesa Ortodossa, ma piuttosto rappresenta un’espressione importante della fede e della tradizione apostolica in nuove circostanze storiche. Il contemporaneo dialogo teologico bilaterale della Chiesa Ortodossa e la sua partecipazione nel Movimento Ecumenico si fonda sulla sua auto-coscienza dell’Ortodossia e sul suo spirito ecumenico, con lo scopo di raggiungere l’unità di tutti i Cristiani sulla base della verità della fede e della tradizione dell’antica Chiesa dei Sette Concili Ecumenici (Sinodo di Creta, Relazione della Chiesa Ortodossa con il resto del mondo Cristiano).
Ma, mentre la Chiesa Ortodossa è coinvolta seriamente e responsabilmente nel dialogo con gli altri Cristiani, non abbandona o sottovaluta le questioni dottrinali, ecclesiastiche (come la comprensione sacramentale del Corpo di Cristo) e morali. Soprattutto, le questioni e difficoltà più scottanti che incotriamo in questo viaggio verso l’unità dei Cristiani sono quelle legate alla morale Cristiana. Taluni gruppi Cristiani liberali hanno posizioni estremistiche su alcune questioni morali ed etiche molto sensibili. Un estremismo alimenta sempre l’estremismo opposto, ed entrambi possono creare ostacoli al dialogo.
 
A mio modesto parere, sono proprio queste questioni morali ed etiche, come l’aborto, l’eutanasia, l’atteggiamento verso l’omosessualità, solo per menzionarne alcune, che hanno creato sospetto e timore in molte persone nella Chiesa Ortodossa, rendendo più difficile la partecipazione al dialogo. Perciò l’ecumenismo, per alcuni di loro, rimane qualcosa di problematico.
Visto solo nella dimensione umana, sembra che niente possa darci più una sicurezza sul futuro dell’ecumenismo, e questa situazione potrebbe sembrare immutabile e anche priva di speranza. Ma come Cristiani dobbiamo avere un’autentica speranza,  una profonda fiducia Cristiana nella grazia e nello spirito di Dio. Per l’uomo questo è impossibile, ma per Dio tutto è possibile – dice il Signore. (Matteo 19:26). In questo senso, la Chiesa Ortodossa nelle sue relazioni con il resto del mondo Cristiano, fa affidamento non solo sugli sforzi umani di coloro che sono impegnati nel dialogo, ma specialmente guidata dallo Spirito Santo sulla grazia del Signore, che ha pregato “che…tutti siano uno” (Gv. 17:21).
 
In conclusione posso dire che “La Chiesa Ortodossa è consapevole che il movimento per restaurare l’unità Cristiana sta assumendo nuove forme per rispondere alle nuove situazioni e per affrontare le nuove sfide del mondo contemporaneo”. La costante testimonianza della Chiesa Ortodossa al mondo Cristiano diviso, basata sulla tradizione e fede apostolica è fondamentale. Preghiamo che tutti i Cristiani possano lavorare insieme affinchè possa venire presto il giorno nel quale il Signore realizzerà la speranza delle Chiese Ortodosse e ci sarà “un solo gregge e un solo pastore” (Gv. 10:16). (Sinodo di Creta, Relazioni della Chiesa Ortodossa con il resto del mondo Cristiano).