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Haeder Nashir

Presidente della “Muhammadiah”, Indonesia
 biografia

 La Dichiarazione Universale dei Diritti dell’Uomo delle Nazioni Unite afferma che tutti gli esseri umani nascono liberi ed eguali in dignità e diritti. Essi sono dotati di ragione e di coscienza e devono agire gli uni verso gli altri in spirito di fratellanza (art. 10). La Dichiarazione afferma inoltre che (art. 2) “ad ogni individuo spettano tutti i diritti e tutte le libertà enunciate nella presente Dichiarazione, senza distinzione alcuna, per ragioni di razza, di colore, di sesso, di lingua, di religione, di opinione politica o di altro genere, di origine nazionale o sociale, di ricchezza, di nascita o di altra condizione”.  Garantendo il diritto fondamentale di ogni essere umano alla vita, ovunque egli viva, la Dichiarazione asserisce che (art. 3) “ogni individuo ha diritto alla vita, alla libertà ed alla sicurezza della propria persona. Essa afferma inoltre il diritto ad essere liberi dalla schiavitù proclamando che (art. 4) “nessun individuo potrà essere tenuto in stato di schiavitù o di servitù; la schiavitù e la tratta degli schiavi saranno proibite sotto qualsiasi forma”. Anche la libertà dalla tortura e dai trattamenti degradanti e proclamata nella Dichiarazione, dove all’ art. 5 si legge “Nessun individuo potrà essere sottoposto a tortura o a trattamento o a punizione crudeli, inumani o degradanti”. I diritti umani riconosciuti dalle Nazioni Unite comprendono anche il diritto alla libertà di religione e di pensiero.

“Ogni individuo ha diritto alla libertà di pensiero, di coscienza e di religione; tale diritto include la libertà di cambiare di religione o di credo, e la libertà di manifestare, isolatamente o in comune, e sia in pubblico che in privato, la propria religione o il proprio credo nell'insegnamento, nelle pratiche, nel culto e nell'osservanza dei riti” (art. 18).  Il riconoscimento da parte delle Nazioni Unite dei diritti umani universali comporta che tutti i popoli, gruppi etnici, nazioni e stati, ovunque nel mondo, debbano impegnarsi insieme per trattare ognuno su un piano di uguaglianza e dare uguale protezione contro ogni discriminazione e maltrattamento. E su questo sfondo che l’incontro internazionale “Pace senza frontiere. Religioni e culture in dialogo”, che si tiene a Madrid in questi giorni, acquista la sua grande importanza. Inoltre il dibattito sul tema “Nessuno deve essere escluso” dà un valore aggiunto al nostro incontro.
 
IMPEGNO RELIGIOSO
I popoli di tutto il mondo sono entrati nella nuova era della globalizzazione, un processo e una situazione in cui i rapporti fra i popoli e le nazioni non sono più rinchiusi all’interno di confini e frontiere nazionali formali. Al contrario i rapporti si globalizzano e superano i confini. Grazie alle tecnologie dell’informazione più avanzata, inclusi i social media digitali, le relazioni tra gli esseri umani sono sempre più fluide e libere.  Dunque non esistono popoli o nazioni che restano totalmente isolati e vivono rigidamente separati dagli altri.   Nel mondo globalizzato i rapporti sociali inclusivi appaiono come un imperativo.
In questo mondo senza confini, i credenti non possono permettersi di optare per l’esclusivismo e di vivere vite isolate. Tutti sono chiamati a una vita sociale inclusiva, restando tuttavia fedeli ai propri valori religiosi. I musulmani, che costituiscono un miliardo e mezzo della popolazione mondiale (di cui 222 milioni in Indonesia) sono oggi chiamati a essere capaci di vivere insieme agli altri in uno spirito universale di umanità, al fine di promuovere la pace e l’armonia e di costruire una grande civiltà umana. Questo e il motivo per cui la comprensione e l’attualizzazione dell’Islam come insegnamento divino in grado di sviluppare una coesistenza pacifica fra i popoli, hanno assunto un estrema importanza.
La religione è sempre stata universalmente di fondamentale importanza per gli esseri umani. In mezzo a questa vita profana e mondana, la religione costituisce un “sistema unificato di credi e pratiche relative al sacro…. Credi e pratiche che uniscono in una particolare comunità etica…. tutti coloro che vi aderiscono” (Durkheim, 1912). La religione ha funzionato come “sacro baldacchino “o “nomos” (ordine significativo, che libera gli esseri umani dalla “anomia”), caos, stato di disordine o instabilità (Berger, 1967).
Anche in questa società moderna secolarizzata, la religione resta rilevante e importante per la nostra vita, nonostante essa si manifesti e si concretizzi in modo meno evidente, e nonostante la separazione fra sfera pubblica e sfera religiosa (Wilson, 1966). La sfida più grande per le comunità religiose è applicare i valori sacri per creare una vita più giusta e pacifica, capace di guidare gli uomini verso una condivisione di vita felice e sicura.
In verità, esistono ancora conflitti, violenza e discriminazione sociale promossi in nome della religione. Oggi le comunità globali locali presentano ancora fenomeni di razzismo, trattamenti disumani verso le minoranze, discriminazioni di genere, tratta di esseri umani, violenza contro i deboli, diverse forme di terrorismo, discriminazione e altri comportamenti che danneggiano la vita umana e l’ambiente. 
Le comunità religiose devono dimostrare che il loro impegno etico e in grado di affrontare e dare soluzioni ai problemi dell’uomo fino a rappresentare una forza profetica e trasformatrice, che genera gentilezza, pace, sicurezza, felicità, benessere e molteplici benefici per tutti, in tutto il mondo. 
In particolare, è necessario costruire una vita pacifica, libera dalla segregazione e dalla discriminazione a partire dall’espressione delle virtù e dei valori religiosi.
Le religioni e le comunità religiose nel mondo devono intensificare la loro azione per giungere a una vita più pacifica e progredita.
Le comunità religiose devono esprimere e manifestare l’armonia, la tolleranza, il rispetto reciproco, la pace, la giustizia e la collaborazione per affermare una coesistenza libera dalla discriminazione, dalla violenza, dall’oppressione, dal terrore, dalla guerra e da ogni trattamento degradante.
È importante per le comunità religiose di tutto il mondo promuovere i valori morali universali di convivenza pacifica senza alcun genere di discriminazione e violenza, con l’intento di darle la priorità e come atteggiamento comune di ogni gruppo e nazione. A questo proposito e importante considerare i seguenti tre aspetti. Primo, diffondere movimenti socio-religiosi impegnati per la pace  e la coabitazione, che offrano un modello di applicazione degli insegnamenti religiosi , cosicché le dottrine religiose possano mostrare la loro significatività e concretezza. Secondo, costruire la pace e la non discriminazione come etica socioculturale nella vita sociale globale. Terzo, incoraggiare tutti gli stati e i governi a impegnarsi di più per i diritti umani, in particolare i diritti individuali a un trattamento giusto, alla pace, alla non discriminazione e alla nonviolenza.
 
PROSPETTIVA ISLAMICA
Per esempio l’Islam fin dagli inizi della sua storia ha predicato un mondo senza frontiere, come una benedizione per tutta l’umanità e l’universo. L’Islam tende sempre all’universalismo. I suoi messaggi non sono ristretti a determinate tribù, etnie, aree geografiche e regioni, ma vogliono essere una guida per l’universo intero. In tale rapporto umanitario universale senza confini, l’Islam predica una vita in pace per tutti i popoli della terra. L’Islam insegna che tutte le genti debbono vivere insieme in pace e nella cortesia. Dio e i suoi messaggeri amano coloro che vogliono vivere insieme in un clima di amore reciproco, rispetto e collaborazione per conseguire la pace e la felicità su questo pianeta. La Terra e l’universo con tutte le loro risorse sono donati a ogni essere umano e alle altre creature, e non solo a un gruppo di persone o ad una singola nazione.
Nella prospettiva islamica, la religione insegna a stabilire buone relazioni non solo con Allah, mediante il culto, ma anche con i propri simili, per costruire la migliore civiltà sulla terra. Inoltre, come le altre religioni, l’Islam insegna che gli esseri umani devono amare le altre creature di Dio, come le piante, gli animali e le creature inanimate, che condividono la stessa terra e lo stesso universo.  Gli uomini non devono danneggiare o corrompere la terra, non devono uccidere, ne consumare le risorse naturali, e neanche compiere qualsiasi atto di offesa alla vita.
Ad esempio, ogni musulmano viene istruito ad essere giusto comportandosi in modo oggettivo e imparziale verso ciascuno, a prescindere dalla religione, razza, gruppo etnico, nazione o condizione sociale. La giustizia è un insegnamento fondamentale nell’Islam. Dio disse nel Corano “O voi che credete, attenetevi alla giustizia e rendete testimonianza innanzi ad Allah, foss'anche contro voi stessi, i vostri genitori o i vostri parenti, si tratti di ricchi o di poveri! Allah è più vicino [di voi] agli uni e agli altri. Non abbandonatevi alle passioni, sì che possiate essere giusti” (Sura Al Nisa 135).
In aggiunta alla giustizia, ogni musulmano impara a raggiungere l’eccellenza nel compiere buone azioni. La giustizia e le buone azioni devono essere rivolte verso tutti, anche verso quelli che odiamo, come e evidenziato in un altro versetto: “Voi che credete, siate testimoni sinceri davanti ad Allah, secondo giustizia. Non vi spinga all'iniquità l'odio per un certo popolo”. (Sura al Ma’idah,8)
L’ Islam insegna anche a diffondere misericordia e amore verso tutti gli esseri umani e le altre creature di Dio nell’ universo. Il profeta Maometto - pace  e benedizione su di Lui -  fu mandato come misericordia  ai mondi “Non ti mandammo se non come misericordia per il creato”(Sura al-Anbiya’ 107) ,il che vuol dire che ogni credente deve diffondere amore verso tutti .Tale amore deve rivolgersi persino agli animali, alle piante, a tutte le creature , come attestato in una tradizione profetica “ Siate misericordiosi verso chi abita la terra  e l’ Unico che sta  nei cieli sarà misericordioso verso di voi” e viceversa “ chiunque mostrerà misericordia  verso chi abita la terra , non otterrà misericordia dall’Unico che sta nei cieli”. 
L’Islam sostiene i valori umanistici universali per consentire a tutti gli essere umani di vivere insieme in pace. Ciascuno deve rapportarsi agli altri in un clima di sospetto reciproco, tolleranza e cooperazione per ottenere la salvezza, al dignità, il benessere, il progresso e la felicità per tutte le creature di Dio nell’universo. Con questo spirito di convivenza sincera e pacifica e un senso sublime dell’etica, possiamo salvare questa terra oberata e renderla luogo vivibile per tutti.
Nell’Islam il segreto della coesistenza pacifica è detto ta’aruf, che significa conoscersi l’un l’altro in profondità su una base di amore e di uguaglianza. 
Allah ha detto nel Corano: “O uomini, vi abbiamo creato da un maschio e una femmina e abbiamo fatto di voi popoli e tribù, affinché vi conosceste a vicenda. Presso Allah, il più nobile di voi è colui che più Lo teme.  In verità Allah è sapiente, ben informato” (Sura al-Hujurat 49,13)
Le differenze religiose, razziali, etniche e nazionali non devono impedirci di vivere insieme in una pace autentica in sicurezza e felicità.  Allo stesso modo ogni interesse politico o economico e il controllo sulle risorse naturali per soddisfare i bisogni vitali degli uomini, deve considerare la sostenibilità per tutti gli esseri umani sulla terra. Gli uomini non devono combattere per dominare, sfruttare e recare danno l’uno all’altro. Altrimenti, verrebbe distrutta la nostra civiltà.
La lotta per il controllo e il dominio politico, economico e per lo sfruttamento delle risorse naturali ha provocato guerre, conflitti e inimicizia fra i diversi popoli. Il mondo non può sopportare i conflitti provocati dall’avidità di alcune persone. Il mondo vivrebbe sicuro se tutte le nazioni fossero unite nell’usare insieme i doni di Dio nella fratellanza, nella pace e nell’amore.
Il nostro movimento per coesistere nell’amore, armonia, pace e attenzione reciproca e per una condivisione tra popoli di differenti religioni, gruppi e nazioni deve informare uno spirito di pluralismo in ogni paese e nella comunità internazionale. Le relazioni fra i popoli e le nazioni nel ventunesimo secolo, in un mondo globalizzato, devono superare i confini convenzionali e dirigersi verso la nuova era del “Mondo Condiviso”. Inoltre dobbiamo lavorare insieme per prevenire e rifiutare ogni genere di violenza, oppressione, conflitti, guerre e corruzione della civiltà umana.
 
IL RUOLO DELLA MUHAMMADIYAH
La Muhammadiyah, la più grande organizzazione islamica indonesiana moderna, con circa 40 milioni di membri, da molto tempo lavora per attualizzare l’Islam come una religione di progresso umano, presentando l’Islam come religione di civilizzazione. La Muhammadiyah vede l’Islam costituito da una serie di insegnamenti riguardanti la fede (aqida), il culto (‘ibada) e il corretto comportamento (akhlaq), dimensioni importanti della vita religiosa. L’Islam insegna ai credenti a saper vivere insieme secondo i suoi insegnamenti sul modo di condurre le attività mondane sulla base di valori come la perfetta gentilezza, la giustizia, la pace e i sublimi valori umanistici e sociali.  Secondo i principi islamici del mu’amala, il rapporto personale con Allah deve essere buono come il rapporto personale con i propri simili e con l’ambiente, attraverso nobili valori. 
Nella visione della Muhammadiyah, la da’wa islamica, cioè la diffusione e l’applicazione dell’Islam nella vita individuale e sociale, deve   svolgere la missione di dare misericordia al mondo intero, come dice Allah nel Corano: “Non ti mandammo [o Muhammad] se non come misericordia per il creato” (Sura al-Anbiya 21: 107).
Nelle sue attività di da’wa, la Muhammadiyah ha fatto molti sforzi per concretizzare i valori religiosi di gentilezza, pace e progresso per tutti. Queste attività sono inclusive per loro natura, essendo rivolte a tutti i membri della società senza differenza né discriminazione (è il concetto chiamato dakwah jamaah, letteralmente “da’wa collettiva”).
Il lavoro per costruire una società migliore è stato svolto attraverso istituzioni scolastiche, sanitarie, assistenziali, di promozione economica, sviluppo comunitario ecc. E’ l’espressione del suo orientamento: “Muhammadiyah per tutti” (Muahammadiyah untuk Semua). Analogamente, il ramo femminile, la Aisyiyah, ha creato programmi inclusivi di sviluppo delle comunità e filantropici in tutta l’Indonesia.
Nelle regioni orientali dell’Indonesia, come Papua e Nusa Tenggara Orientale, dove i musulmani sono in minoranza, la Muhammadiyah ha gestito istituzioni inclusive in campo scolastico, sanitario e sociale. In Papua, essa promuove l’integrazione sociale con scuole, università, presidi sanitari e altri servizi sociali per la popolazione locale, in maggioranza cristiana cattolica. Un altro esempio, sempre in Papua, sono i programmi di sviluppo per l’etnia Kokoda, a prescindere dalla differenza religiosa ed etnica.
I progetti della Muhammadiyah di gestione e soccorso nei disastri naturali, anche nelle aree più remote e isolate, hanno avuto un ampio riconoscimento. La Muhammadiyah e la Aisyiyah sono state molto impegnate nella gestione di calamità naturali, come ad Aceh, Yogyakarta. Sumatra Occidentale, Nusa Tenggara Occidentale e in questo momento nel Sulawesi Centrale e Occidentale, colpiti recentemente dal terremoto e dallo tsunami.  Questi progetti sono stati realizzati congiuntamente da varie organizzazioni della Muhammadiyah, come la Muhammadiyah Disaster Management Center, il Centro di Gestione della Zakah, (l’elemosina rituale), il Consiglio per la Sanità Pubblica, il Consiglio per la Sicurezza Sociale e altre reti in tutta l’Indonesia. Progetti simili sono stati realizzati attivamente anche dalla Aisyiyah.
La Muhammadiyah ha svolto un ruolo importante nella risoluzione del conflitto nel sud delle Filippine, nel sud della Tailandia e in altre parti del mondo per promuovere riconciliazione e pace. Inoltre, essa ha realizzato   progetti umanitari   nella regione dei Rohingya e nella città di Cox’s Bazar, in Bangladesh, attraverso il “Muhammadiyah Aid”. Altri ambiti di aiuto umanitario riguardano l’assistenza ai Palestinesi, vittime di un trattamento ingiusto e che sono ancora oppressi nel Medio Oriente, una situazione che non dovrebbe sussistere nel XXI secolo, in un tempo che promuove i diritti umani e la democrazia.  Lo scopo è dare ai Palestinesi la possibilità di vivere insieme agli altri nella libertà e nella pace, come le altre nazioni e stati. 
L’impegno della Muhammadiyah per la pace e per l’assistenza umanitaria rappresenta di fatto la messa in pratica del suo voler presentare l’Islam come una religione di azione e illuminazione, che continua a ispirare gesti di liberazione e di progresso umano. L’Islam si presenta come “Din al-Salam”, religione di pace e sicurezza.  L’espressione della fede della Muhammadiyah attraverso il suo impegno di da’wa in patria e all’estero, ha fatto dell’Islam una misericordia per ogni creatura, una pratica della religione che promuove una vita in pace e un umanesimo inclusivo per tutte le nazioni senza alcuna discriminazione.