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Nikodim

Metropolita, Chiesa ortodossa ucraina
 biografia
Vostre Eminenze,
Eccellenze, cari padri, fratelli e sorelle,
stimati membri della Comunità di Sant’Egidio,
 
Iniziando a riflettere sul tema del nostro panel, ritengo che prima di tutto occorra ricordare quali forze siano state nella storia motivo delle persecuzioni contro i cristiani. È evidente che la maggior parte dei martiri cristiani di tutti i tempi abbiano sofferto a causa delle autorità civili, cominciando dall’impero romano e finendo con l’Unione Sovietica. Ancora oggi nel mondo ci sono Stati nei quali i cristiani sono sottoposti a persecuzioni.
Inoltre, una parte dei martiri ha sofferto per il fanatismo dei rappresentanti di altre religioni. Quale esempio tratto dalla vita della Chiesa ortodossa, possono essere qui ricordati i martiri del periodo dell’impero ottomano (XV-XX secolo); della storia recente della Chiesa cattolica si possono menzionare i 19 martiri uccisi dagli islamisti in Algeri negli anni Novanta, durante il «decennio nero»; dalla storia della Chiesa copta bisogna ricordare i 21 martiri che furono uccisi dai terroristi dell’Isis nel 2015.
 
Quali sono state le ragioni delle persecuzioni contro i cristiani? Molto spesso ragioni pienamente fondate dal punto di vista politico. In altre parole, i cristiani furono oppressi in maniera assolutamente legale dal punto di vista del potere statale. Ad esempio, nell’impero romano i cristiani erano perseguitati per il fatto che non condividevano la politica religiosa dello Stato, non veneravano la persona dell’imperatore. Di fatto, furono perseguitati perché lottavano per la libertà religiosa, come diremmo oggi, cosa che oggi risulta assolutamente naturale, ma questo diritto fu ottenuto con molte sofferenze e bagnato del sangue dei martiri cristiani.
Non di rado ai cristiani furono inflitte persecuzioni con pretesti assolutamente inventati. In Urss i cristiani erano spesso ingiustamente accusati di controrivoluzione, di opposizione al regime sovietico, di altri peccati politici, sebbene tutti di fatto capissero che i cristiani soffrivano proprio per la propria fede, che in Unione Sovietica [non] era ufficialmente proibita, ma in realtà tutto il sistema statale e l’ideologia erano orientati contro la Chiesa e la fede.
In tal modo, tutti i martiri cristiani si sono scontrati con una forza esterna, fosse la forza repressiva dello Stato o la violenza di alcuni gruppi fanatici. Ma a questa forza esterna essi opposero l’umiltà cristiana, il non uso della forza per contrastare il male, e ne uscirono vincitori. Essi seguivano le parole di Cristo: «Ma io vi dico di non opporvi al malvagio; anzi, se uno ti dà uno schiaffo sulla guancia destra, tu porgigli anche l'altra» (Mt 5,39).
Né nell’impero cristiano né in Unione Sovietica i cristiani tentarono di sollevare rivolte o tentarono di cambiare l’ordinamento statale, ma vissero secondo le parole del Salvatore: «Rendete dunque a Cesare quello che è di Cesare e a Dio quello che è di Dio» (Mt 22,21). Quando nell’impero romano i cristiani erano perseguitati, sopportavano e scrivevano all’imperatore apologie dove spiegavano la propria fede e la propria posizione.
Perché i cristiani si comportavano così? In primo luogo, e principalmente, perché così aveva comandato il Salvatore. In secondo luogo, perché il solo cambiamento esteriore di circostanze o di strutture senza il cambiamento dell’uomo stesso non porta né la pace, né la serenità, né il benessere per la società. Cento anni fa nel nostro paese anche i bolscevichi pensavano che dopo aver cambiato l’ordinamento statale avrebbero cambiato le persone e costruito una società ideale sulla terra. Tuttavia, a tutti è noto quanto sangue fu versato e quante vite umane furono rovinate in questo esperimento politico, che non portò al risultato desiderato dai bolscevichi.
 
Noi viviamo in un mondo dove esistono il peccato, la violenza, l’odio, e dove di conseguenza non c’è pace tra gli uomini. E non possiamo farci niente. Tutto ciò esiste oggettivamente nel mondo. Ma il Signore attraverso l’apostolo Paolo ci mostra il modo di comportarci nel mondo dove regna il peccato. «Così anche voi consideratevi morti al peccato, ma viventi per Dio, in Cristo Gesù [Signore nostro]» (Rm.6,11). Con queste parole l’apostolo Paolo ci esorta a non reagire al male, similmente a una persona morta che non è in grado di rispondere a stimoli esterni. Allo stesso tempo, siamo chiamati a "essere vivi" o a reagire soltanto ai messaggi che vengono da Dio.
Qui vorrei condividere con voi a mo’ di esempio l’esperienza che abbiamo acquisito negli ultimi anni nella nostra Chiesa ortodossa ucraina.
 
Nel 2014, all’inizio della guerra in Ucraina orientale, ma pure del conflitto tra Ucraina e Russia, nel nostro paese iniziò una campagna di propaganda contro la nostra Chiesa ortodossa ucraina. L’accusa principale era quella che la nostra Chiesa ha un legame canonico e spirituale con la Chiesa ortodossa russa, e di conseguenza, sembrerebbe, anche con la Russia quale Stato nemico. Cioè accuse politiche che nulla hanno a che fare con la Chiesa. Questo condusse a occupazioni violente degli edifici religiosi della nostra Chiesa da parte di gruppuscoli radicali e di rappresentanti di altre confessioni. Descrivo lo stato della nostra Chiesa non allo scopo di accusare qualcuno, ma affinché comprendiate il contesto generale della situazione del paese, e per mostrare più avanti come i nostri credenti abbiano accolto queste prove e abbiano reagito ad esse. Infatti non è così importante la ragione delle persecuzioni e delle prove, quanto la nostra reazione cristiana dinanzi a esse.
Così, nei villaggi dove si potevano difendere le nostre chiese con l’aiuto del dialogo e senza violenza, lo abbiamo fatto. Tuttavia, nei luoghi dove le nostra comunità non potevano difendere la propria chiesa, esse per evitare la violenza si sono fatte da parte e hanno cominciato a celebrare la liturgia nelle case rurali o in altri locali adibiti a chiese, mentre alcune di esse hanno messo mano in seguito alla costruzione di una nuova chiesa. Mi vengono qui in mente le parole del Salvatore: «E a chi vuole portarti in tribunale e toglierti la tunica, tu lascia anche il mantello» (Mt 5,40). Credetemi, queste parole evangeliche sono facili da leggere, ma difficili da accogliere. Ma quando accogli queste parole e manifesti umiltà, nel cuore tutto diviene sereno e gioioso, e il Signore manifesta molti avvenimenti toccanti e perfino miracolosi.
 
Farò alcuni esempi. Dopo l’occupazione di una chiesa in un villaggio della regione di Rovno (il villaggio di Dmitrovka, nel distretto di Gošča, nella parte occidentale dell’Ucraina), la nostra comunità si è trovata per strada. Allora una donna ha ceduto per la chiesa una casa nuova di sua proprietà che aveva costruito per la sua famiglia, mentre lei e la sua famiglia sono rimasti a vivere nella vecchia casa. Immaginatevi una persona che aveva sognato a lungo di costruire una casa e questo sogno si era finalmente realizzato. Quale fede bisogna avere per regalare il proprio sogno a Dio! Dio sotto l’aspetto di una comunità cristiana.
In quella stessa regione, ma in un altro villaggio (il villaggio di Sudobiči, nel distretto di Dubënki), dove avevano espropriato la nostra chiesa, c’era una persona che aveva aiutato nell’esproprio. Ma dopo un po’ di tempo il Signore toccò il suo cuore ed egli si rese conto del proprio errore. Quest’uomo è venuto, si è pentito e ha consegnato un appezzamento di terra di sua proprietà per la costruzione di una nuova chiesa per la nostra comunità e pure lui stesso è diventato un parrocchiano attivo di questa comunità. Risuona come la storia di Saulo, divenuto l’apostolo Paolo! E storie di questo genere ce ne sono molte.
Forse per molti di voi la nostra realtà può sembrare molto strana, ma questa è la nostra storia. E noi siamo grati a Dio per queste prove, perché esse ci aiutano a capire con chiarezza che cosa significhi essere cristiani autentici. Un prete greco, dopo avere visitato 12 di queste nostre comunità che erano state private delle proprie chiese e che ora pregano in locali adibiti a chiesa, ha detto al proprio vescovo: «Eccellenza, ho vissuto le sensazioni dei primi cristiani!».
In tal modo, la vera forza del cristianesimo si manifesta in tempi in cui la Chiesa è esteriormente debole e sperimenta prove o addirittura persecuzioni. Inoltre, noi sentiamo la forza del cristianesimo anche quando serviamo insieme i deboli di questo mondo, intendo i poveri e i bisognosi. Di questo si occupa la vostra Comunità di Sant’Egidio in molti paesi del mondo, tra cui molto felicemente anche da noi a Kiev. 
Senza dubbio, il fondamento della pace tra le persone e i popoli sta nel cuore di ogni uomo. Se il cuore di una persona è in pace, egli creerà la stessa atmosfera attorno a sé. Quando nel cuore di una persona vivono violenza, cattiveria, odio, egli svuoterà tutto questo all’esterno. La pace nel cuore credente si instaurerà soltanto quanto vi entrerà Cristo. Come dice l’apostolo Paolo: «E la pace di Dio, che supera ogni intelligenza, custodirà i vostri cuori e le vostre menti in Cristo Gesù» (Fil 4,7).
 
Grazie per l’attenzione!