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Hugo Martinez

Ministro degli Affari Esteri, El Salvador
 biografia

Amiche e amici,

L’immigrazione è antica quanto l’umanità stessa e nonostante questo continuiamo a non volerla vedere come una condizione insita negli esseri umani.  Le immagini che recentemente hanno colpito il mondo e ci hanno condotto a riflettere sui rischi che corrono tutti coloro che si vedono costretti a emigrare, esponendosi perfino a perdere la vita, non sono purtroppo nuove per il mio paese né per molti paesi del mondo.  Ciononostante, mi piacerebbe condividere questo pensiero che mi riempie di speranza:

“Di fronte alla tragedia di decine di migliaia di rifugiati che fuggono dalla morte per la guerra o per la fame e che percorrono un cammino verso una speranza di vita, il Vangelo ci chiama a essere ospitali con i più piccoli e abbandonati e a dar loro una speranza concreta”.  Questa frase di Sua Santità Papa Francesco che ha spinto all’azione molti cattolici nel mondo, ci fa prendere coscienza della dimensione umana delle migrazioni e dei complessi e tragici contesti in cui esse possono aver luogo.  La migrazione di migliaia di persone in tutti i nostri territori ci deve obbligare a ripensare il mondo alla luce di concetti fondamentali quali la solidarietà, l’empatia, l’amore e la famiglia. Dinanzi alle varie crisi migratorie non dobbiamo perdere di vista che siamo esseri umani al di là delle nazionalità, etnie, frontiere, politiche e che a partire da ciò possiamo riconoscerci come fratelli e sorelle.  Ciò ci conduce a comprendere il carattere dinamico dell’immigrazione, che presenta molteplici cause e dimensioni, dal momento che colpisce i vari ambiti della società e pertanto lo sviluppo delle persone, in quanto altera tutte le strutture economiche, sociali, culturali nonché politiche, sia nel paese di origine dei migranti, sia nei paesi di transito o di destinazione.  In tal senso, è importante non perdere di vista i diversi approcci alla gestione delle migrazioni, che passano da un lato per la garanzia dei diritti ma che dall’altro devono rispondere alle necessità dei vari popoli e alla promozione dello sviluppo umano.

Amiche e amici,Dobbiamo analizzare l’immigrazione a partire da una concezione integrale che privilegi l’applicazione di azioni migratorie basata sui principi di tolleranza, solidarietà, pieno rispetto dei diritti umani, uguaglianza di genere, giustizia, inclusione ed equità sociale, mettendo al centro l’essere umano. La nostra esperienza di un paese che storicamente ha sempre vissuto flussi migratori per diverse cause ci ha permesso di comprendere il tema dell’immigrazione e di riconoscervi una prospettiva sociale che richiede risposte statali adeguate agli standard internazionali in materia di diritti umani. Ciò ci ha portati ad avere una visione più complessiva delle difficoltà affrontate dalla popolazione e delle necessità cui dobbiamo provvedere, oltre a porci degli obiettivi chiari e strategici su come affrontare le motivazioni che spingono le persone a emigrare anche in condizioni sfavorevoli. Comprendiamo anche che le sfide dell’immigrazione non possono essere affrontate dagli Stati in modo isolato. E che, dinanzi alla mobilità umana, gli Stati devono assumere responsabilità condivise, a partire dalla nostre realtà e dal nostro contesto specifico.

Amiche e amici,  Parlare dell’immigrazione e delle sfide che essa rappresenta è particolarmente doloroso quando, com’è avvenuto negli ultimi mesi, abbiamo dovuto vedere una realtà che mostra un volto ancor più triste di quando l’immigrazione è causata dalla disuguaglianza o dall’irregolarità.  Dobbiamo rispondere alla chiamata che ci rivolgono le migliaia di bambini, bambine, madri, padri, anziani di tutte le razze che di fronte a una situazione insostenibile nei loro paesi vedono nell’emigrazione l’unica speranza di protezione e di una vita migliore.

Tale realtà lacerante che ora si è posta davanti ai nostri occhi, è il pane quotidiano di molti migranti che espongono le loro vite a grandi pericoli alla ricerca di un futuro migliore o come unica scelta per salvarsi. Dinanzi a questa realtà che abbiamo osservato con tristezza negli ultimi giorni, non possiamo restare indifferenti. Pertanto dobbiamo pensare che è dovere di tutti i popoli porre questa realtà come questione di primaria importanza, non solo quando esiste un’emergenza che ci travolge o che ci colpisce mediaticamente, ma anche come parte degli obblighi della solidarietà internazionale e degli obblighi che abbiamo come Stato.

Dobbiamo aprire gli occhi e renderci conto che una sola perdita umana è troppo ed è sufficiente per agire e pensare che i nostri paesi non possano continuare a vedersi sotto l’ottica delle frontiere o esclusivamente della sicurezza territoriale. Non possiamo permettere che il costo in vite umane, speranze e futuro sia così alto per i nostri paesi. È per questo che ci auguriamo che si affronti questo tema con la profondità che richiede, dandogli l’importanza che merita ma anche compiendo passi sostanziali verso la protezione dei Diritti Umani e il miglioramento della vita della popolazione.  Voglio ringraziare la Comunità di Sant’Egidio per l’invito a questa conferenza, per lo sforzo di riflessione e analisi che ci permette di creare spazi particolarmente fecondi per conoscerci e condividere le nostre esperienze.

La Comunità di Sant’Egidio è sempre stata un alleato nel nostro paese, ci ricorda continuamente che siamo debitori verso il prossimo, verso i nostri fratelli salvadoregni che hanno bisogno di noi e, soprattutto, è stata un alleato strategico nel dare impulso alla causa del nostro amato Monsignor, oggi Beato, Romero.  Sono convinto che questo spazio e questi giorni di dialogo ci permetteranno di giungere a importanti conclusioni e di creare una maggiore consapevolezza dei problemi che affronta il nostro pianeta e soprattutto che essi non ci siano indifferenti.

Molte grazie e che Dio ci benedica tutti.