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Appello ad una chiesa amica dei poveri

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Chiedono l’elemosina, disturbano. L’opinione pubblica li teme. Ma a Barcellona, nel corso del convegno “Vivere insieme in tempo di crisi”, organizzato da Sant’Egidio, nasce un appello a considerarli come un tesoro prezioso per la chiesa.
Nifon, metropolita ortodosso del Patriarcato di Romania ha posto la domanda se effettivamente le chiese guardino ai poveri come un tesoro. “Guardando ai poveri ci accorgiamo – ha detto Nifon – che nel nostro tempo c’è una povertà spirituale nei ricchi e una ricchezza spirituale nei poveri”.

Jaume Castro, della Comunità di Sant’Egidio di Barcellona ha affermato che “nelle nostre città la presenza dei poveri è vista come un problema, vengono allontanati e vivono nascosti perché danno fastidio ai turisti e si ha quasi paura di un contagio. Dobbiamo imparare a vedere in loro delle persone concrete con le loro angosce e le loro tristezze”
L’Arcivescovo ortodosso Filipp del  Patriarcato di Mosca, ricordando i tanti bambini che soffrono per la crisi, ha richiamato i cristiani al dovere dell’elemosina, come gesto personale di ogni cristiano, perché “chi fa l’elemosina amministra in modo saggio ciò che gli è stato affidato da Dio e mette la sua elemosina nelle mani di Cristo stesso, mentre chi la riceve impara l’umiltà, riceve ci ò che non  è guadagnato e riconosce in chi dà la mano di Dio”.