Condividi su

Gijun Sugitani

Capo sacerdote del Tempio Myoho-in, Buddismo Tendai, Giappone
 biografia

Illustri Ospiti, Signore e Signori,

    Il Giappone è stato spesso messo alla prova da frequenti terremoti, ma mai quanto quello della tragedia occorsa 6 mesi fa. Alle 14:46 dello scorso 11 marzo, vi è stato un fortissimo terremoto di magnitudo 9, il più grande mai rilevato. L’epicentro si trovava nell’Oceano Pacifico vicino alla regione di Tohoku. Molti edifici sono crollati per l’intensità del sisma e oltre 30 città, che si trovavano sulla costa, sono state spazzate via dallo tsunami, scatenatosi immediatamente dopo il terremoto. Questa ondata di eccezionale grandezza si è riversata lungo la costa del Pacifico per una lunghezza di 400 km. Dopo che l’acqua si è ritirata, si potevano vedere montagne di detriti a perdita d’occhio. Sono rimasto senza parole dinanzi a questo disastro. Le vittime e i dispersi sono 20000 e ancor oggi, dopo 6 mesi, si continua a cercare i corpi delle vittime.

    Un disastro enorme e, allo stesso tempo, un’enorme sfida per i giapponesi: come ricostruire il nostro futuro? Le persone delle zone colpite hanno condiviso il poco cibo a disposizione, si sono aiutati a vicenda e hanno aspettato l’arrivo dei soccorsi. Si sono mossi tanti volontari, singole persone ed organizzazioni. E’ stata la scoperta di una grande e sincera solidarietà, arrivata non solo dall’intero Paese, ma anche dall’estero. Ci siamo resi conti di quanti anche all’estero fossero in pensiero per le vittime in Giappone e mi sono molto commosso. Tra tutti i fondi arrivati, vi erano anche quelli donati da persone con poca disponibilità economica e perfino da bambini.

    Da questo fortissimo terremoto abbiamo imparato una cosa importante. Che gli esseri umani devono essere più umili di fronte alla natura e, allo stesso tempo, che siamo parte integrante di una grande famiglia e che abbiamo bisogno di vivere insieme, perché destinati a convivere .

    No, il nostro futuro non è la “tecnologia”. I problemi alla centrale nucleare di Fukushima sono stati causati dall’uomo stesso. Il nostro futuro non consiste nella sicurezza del sistema economico. Il nostro futuro sta nella saggezza di imparare l’arte della convivenza, così come è scritto nelle antiche tradizioni religiose. Un mondo, una famiglia umana, un grande cuore: l’amore e la compassione per convivere in una pace armoniosa.

    Nel mezzo della confusione come quella del disastro giapponese, i legami tra gli esseri umani fanno sì che le persone possano rialzarsi dal profondo della loro disperazione. Questo, lascatemelo dire, è lo “Spirito di Assisi”, l’insegnamento della fratellanza, di cui la società odierna ha più bisogno.

    Grazie.