15 Octubre 2018 16:30 | Sala Banca di Bologna

Discorso di N. Moda



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Nelson Castiano Chigande Moda

Comunidad de Sant'Egidio, Mozambique
 biografía

Per discutere su come disarmare I conflitti nel mondo di oggi dobbiamo guardare al di là del titolo meramente detto. In effetti, in senso stretto significa non usare le armi nella gestione dei conflitti. Inoltre, in un senso più ampio significa abbandonare azioni di violenza che nella maggior parte dei casi sono causate da una brama incontrollabile. Ha quindi a che fare con I comportamenti pratici e quotidiani degli individui che piano piano influenzano l’intera società. Perciò, più che di disarmo dei conflitti nelle persone che usano le armi, dobbiamo parlare di disarmo della società nella sua totalità. Ciò riguarda il disarmo dei cuori e dei pensieri umani per realizzare una società non violenta.
In un discorso del 2015 a Torino, papa Francesco ha messo da parte I suoi appunti e si è lanciato in un discorso ai giovani sulla guerra, la violenza e la politica, ed ha detto: “Mi fa pensare a … gente, manager, consigli di amministrazione che si dicono cristiani e producono armi. Ciò porta un po’ di diffidenza, vero?” ha anche chiamato I cristiani che investono nelle industrie di armi persone doppie. “Essi dicono una cosa e ne fanno un’altra.” Il papa ha insistito sulla vendita delle armi.
In effetti, la vendita delle armi è direttamente collegata all’abuso dei diritti umani da parte dello stato. La vendita di armi ha conseguenze sulla dignità umana.
Sfortunatamente, molti governi, soprattutto nei paesi in via di sviluppo spendono più in equipaggiamenti militari, che nello sviluppo sociale.
Nelle nazioni sviluppate aumentano i guadagni dei principali venditori d’armi ed essi rimangono potenziali fornitori. Le ragioni che stanno dietro alle vendite di armi, al loro traffico, alla loro produzione e al loro acquisto sono tra le altre garantire la sicurezza nazionale e lo scontro con potenziali oppositori.
Oggi, gli uomini e le donne di tutte le religioni hanno il dovere di fare ciò che chiede loro la loro fede, altrimenti, la guerra, come dice Andrea Riccardi, sarà eternamente “la madre di tutte le povertà”. Ai bambini sarà sempre rifiutato il diritto di crescere in pace, gli uomini e le donne dei paesi in via di sviluppo continueranno a cercare una vita migliore, ad attraversare il mare Mediterraneo e I migranti continueranno ad essere cagione di discussioni improntate all’ignoranza e alla paura in Europa.
Le religioni possono dare un contributo più ampio alla costruzione della pace. Sono in aumento le mediazioni e le costruzioni di pace da parte di organizzazioni religiose ed esse sono visibilmente una forza disarmata per la pace. Due settimane fa (il 4 ottobre) noi mozambicani abbiamo celebrato in tutta la nazione il ventiseiesimo anniversario degli accordi generali di pace che hanno posto fine alla Guerra civile che drammaticamente in 16 anni aveva ucciso più di un milione di mozambicani. Il mondo oggi ricorda e riconosce il ruolo della comunità romana di Sant'Egidio in questa mediazione. Così, uomini e donne di fede si possono considerare una fonte ed un esempio di dialogo come servizio. Sì, il dialogo è un servizio per il raggiungimento della pace. La pace è un’immagine dell’unità delle religioni.
Il Mozambico ha fatto esperienza di decenni di conflitto armato; innanzitutto durante la Guerra di indipendenza, seguita dal conflitto tra le forze della FRELIMO al governo e le forze di opposizione della RENAMO.  Negli ultimi anni, l’economia è cresciuta rapidamente grazie alla grande quantità di aiuti internazionali e di investimenti stranieri, ma la crescita, l’aiuto, e gli investimenti si devono anche trasformare in miglioramenti significativi per la vita della maggior parte dei Mozambicani.
Nonostante queste sfide, il Mozambico è una società vibrante e multiculturale.  Molto prima dell’arrivo dei portoghesi, le culture locali agivano da intermediari nella rete commerciale tra I mercanti arabi e quelli indiani collegando la regione interna dell’Africa con le città dell’oceano Indiano.  Questo modello continua con il Sudafrica e la Cina, attualmente il più grande partners commerciale del Mozambico.  Quindi, oggi il Mozambico è un complesso misto di influenze multiple dall’Africa, dall’Asia e dall’Europa.  La maggior parte dei mozambicani parla diverse lingue, si può sentire il suono delle preghiere musulmane e cristiane in tutte le città mozambicane, ed il cibo è una miscela di sapori africani, asiatici ed europei.
A metà degli anni ‘80, il FRELIMO aveva perso il controllo della maggior parte delle campagne. Ed in quelle aree I servizi sociali come scuole ed ospedali furono completamente chiusi. Non c’era alcun’altra alternativa. Tutta la gente finì per sentirsi parte del conflitto, gli uomini, le donne e in molti casi anche I bambini divennero soldati. Tutti volevano combattere. Ricordo quand’ero bambino mio padre fu preso dai Soldati perché si unisse all’esercito, mia madre sfuggì perché non si trovava lì. Sono cresciuto con mia madre e non ero in grado di ricordare mio padre quando ci siamo incontrati dopo 14 anni. Mia madre mi dovette dire che lui era mio padre. Ho iniziato ad andare a scuola solo quando fu annunciata la buona notizia della pace da Roma, nel 1992, quando avevo 8 anni. Prima della pace, la vita era estremamente dura, e triste e sembrava che non ci fosse futuro per noi. Successivamente, dopo un lungo periodo di negoziazioni, entrambi I partiti fecero formalmente la pace con gli Accordi Generali di Pace di Roma il 4 ottobre 1992. Un gran numero di combattenti da entrambe le parti furono smobilitati secondo l’accordo. Molti villaggi che erano sotto il controllo della RENAMO poterono essere visitati da tutti compresi I combattenti del FRELIMO. Aree di caccia che non potevano essere frequentate dai combattenti del FRELIMO divennero accessibili, potevano finalmente andare a prendere l’acqua dagli stessi pozzi, comprare o scambiare prodotti allo stesso mercato.
Ciò ha dimostrato che la riconciliazione era possibile, ma ci voleva un lungo cammino. Tutte le aree rurali erano state distrutte dalla Guerra civile, non c’erano più ospedali, e nemmeno una scuola. Un milione di persone uccise, 5 milioni rifugiati interni su 14 milioni di abitanti, 200.000 bambini orfani, un altro mezzo milione separati dalle famiglie o traumatizzati, scuole, ospedali, insegnanti, e la popolazione civile era il Gruppo più colpito, 3500 scuole elementari e 500 centri di salute distrutti.  Il mondo non aveva mai visto una così brutale Guerra civile.
La costruzione di scuole e di piccoli centri di salute, gli investimenti sul Sistema idrico e fognario, la preparazione degli insegnanti, l’inserimento degli ex combattenti oltre ad altre priorità furono considerati importanti passi da portare avanti.
Attualmente, la comunità di Sant’Egidio diffusa per l’intero paese lavora con I suoi volontari, ragazzi e ragazze, adulti e donne mozambicani, cercando di cambiare la mentalità di violenza che ancora esiste nel paese. I membri di Sant’Egidio fanno incontri nelle scuole superiori e alle università, per parlare della pace come di una responsabilità di tutti. Il sogno dei Giovani per la Pace– un movimento creato da Sant’Egidio – oggi è di cambiare la mentalità che porta ad usare la violenza per guadagnare o cambiare ciò che è sbagliato. I ragazzi e le ragazze di Sant’Egidio in Mozambico sono profondamente coinvolti nel trasformare I cuori violenti in cuori misericordiosi, rimuovendo I pensieri violenti ed offrendo pensieri che possono costruire amicizie senza confini, dove non c’è più il nemico. In Mozambico oggi, c’è un numero sorprendentemente grande di scuole della pace di Sant’Egidio, dove molti bambini crescono in pace e per la pace.
La preghiera per la pace è un servizio che Sant’Egidio fa in tutto il mondo, e la pace in Mozambico è stata un frutto della preghiera. In Mozambico prendiamo la preghiera sul serio, preghiamo ad esempio per la riconciliazione tra le generazioni, perché molti anziani sono accusati di essere stregoni quando vivono una lunga vita. Ricordo come ultimo episodio, un mese fa, una donna di 81 anni è stata linciata a morte dal suo nipote che la accusava di stregoneria. Ebbene, un commissario di polizia ha dichiarato anni fa che, nei mesi successivi ad una preghiera pubblica di Sant’Egidio, i linciaggi erano diminuiti.
Pensiamo che sia ancora giusto continuare a pregare per la pace e a parlare con tutti della pace e specialmente ai ragazzi e alle ragazze delle scuole e dell’università. Nelson Mandela un giorno ha detto che “l’istruzione è l’arma più potente che si può usare per cambiare il mondo”. Noi scegliamo la preghiera e l’istruzione alla pace per cambiare il mondo.
I cuori e I pensieri armati stanno alla radice di mani armate. Se noi siamo per le mani disarmate, se il nostro sogno è di avere conflitti disarmati, se noi vogliamo un mondo in cui non ci sia più la guerra, signore e signori vi invito oggi, a lavorare insieme all’unisono, per disarmare I cuori e I pensieri, innanzitutto.
Per far iniziare una riconciliazione, I mozambicani hanno dovuto capire e riconoscere di porre fine alla violenza e di andare avanti piuttosto che guardare al passato. Abbiamo dovuto decidere che il passato era passato. Mettendo questo come prioritario, abbiamo ottenuto la formula fondamentale per raggiungere la pace. Non c’è stata alcuna rappresaglia dopo la firma a Roma degli accordi generali di pace. Ciò è stato possibile perché i mozambicani avevano scelto la pace invece della guerra. Avevano scelto di vivere insieme.
Come molte nazioni in via di sviluppo, il Mozambico oggi affronta sfide come: l’HIV/AIDS, un servizio idrico e fognario limitato, infrastrutture fragili, livelli bassi di istruzione e scolarizzazione, povertà urbana e rurale, disoccupazione, insicurezza alimentare, crescita demografica, sistema sanitario fragile. Tuttavia, se resta la pace, potremo risolvere tutti i problemi che ci troviamo davanti, perché crediamo che la pace porta il cambiamento. Per esempio in passato il Mozambico esportava molti rifugiati nei paesi limitrofi, ma oggi  il Mozambico è divenuto paese di destinazione di molti rifugiati africani che cercano pace e stabilità.
Come nazione, abbiamo capito che la Guerra non è mai necessaria, che I ponti sono sempre meglio dei muri perché il futuro è e deve sempre essere un futuro di pace.