16 Ottobre 2018 19:00 | Piazza Maggiore

Discorso di Matteo Zuppi



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Matteo Zuppi

Cardinale, Arcivescovo di Bologna, Presidente della Conferenza Episcopale Italiana
 biografia
Eminenze, Eccellenze, Venerabili, cari amici, 
sì cari amici, perché quando si costruiscono ponti e quando si ha la gioia di percorrerli si scopre che l’altro è il mio amico. Solo i ponti permettono di incontrare e di esprimere  quello che fa fiorire la vita e la accende di tanti colori: l’amicizia! Non dobbiamo andare lontano per costruirli. Infatti ogni ponte parte da noi, quando tendiamo la mano all’altro, accettiamo il rischio di questo gesto ma anche quando noi accogliamo la mano del fratello che vuole stringere la nostra. Abbiamo scoperto che l’uomo non è condannato ad essere un’isola e che tutti abbiamo bisogno di non essere soli, che insieme possiamo combattere la sfida, a volte terribile, contro la divisione, la guerra, la violenza del fratello che alza le mani contro suo fratello, perché ogni guerra è fratricida e chi uccide il suo fratello perde anche se stesso. Certo, c’è chi pensa di trarre convenienze seminando pregiudizi e parole di inimicizia e condanna. Dimentica, però, che questi sono semi che diventano azioni ei frutti amari per tutti delle divisioni. L’odio e la violenza iniziano sempre a crescere dai piccoli semi. Ma anche la pace inizia da un piccolo seme. 
 
Al termine di questi giorni siamo ancora più consapevoli del dovere che abbiamo tutti e a tutte le età di costruire ponti e anche di garantire la loro decisiva manutenzione. Abbiamo in questi giorni ascoltato tante parole di sofferenza, abbiamo fatto nostro il grido del sangue di Abele e abbiamo sentito diretta a ciascuno di noi la domanda che Dio rivolge all’uomo: “Dov’è tuo fratello”. Noi siamo i custodi del nostro fratello e della nostra sorella. La pace non è un gesto eroico per poi mettersi di nuovo a dormire con il soporifero e alienante sonno dell’indifferenza. La pace non è nemmeno affare per ingenui. Anzi. E’ ingenuo l’ottimismo di chi non vuole vedere. I ponti richiedono pazienza, tempo, capacità, sistema, coraggio, tanto amore. Grazie, allora, alla Comunità di Sant’Egidio, grazie di questo regalo che ci mostra tante realtà di conoscenza e di pace possibile e grazie per la passione a continuare a farlo! Mettiamo da parte quello che divide: i ponti sono indispensabili per vivere i questa stanza bellissima ed unica che è il mondo. La pace è un portico che protegge tutti. E grazie a bologna e ai bolognesi per renderlo vivo e pieno di umanità. 
 
Allora, cari amici i questo cantiere della pace abbiamo parlato di tanti aspetti della vita. Quanti! La pace ha tanti infiniti significati! C’è bisogno di tutti, giovani ed anziani, credenti ed umanisti, uomini e donne, europei vecchi e nuovi, africani, asiatici, americani del Nord e Latino americani! Con gioia e fraternità vi abbiamo accolti a Bologna e vi ringraziamo di cuore di questi giorni. Le cose condivise sono mie e sono degli altri, le prendo e le dono: questo è il segreto di questi giorni di tanta condivisione e questa è la via della pace. A tutti voi, a quanti lo hanno permesso con il loro sforzo e contributo, questa sera, dico grazie, diciamo grazie! Avete fatto di questa nostra città la capitale della pace! Grazie!
 
Infine: l’arcobaleno disegnato su questo palco, quello dell’alleanza di Dio con tutti gli uomini, prima di Abramo, è il segno della nostra unità, non perché siamo uguali, ma proprio perché diversi. L’arcobaleno unisce colori diversi in una sola luce. E’ in fondo è anch’esso un ponte che unisce la terra al cielo e che unisce anche due punti della terra. Oggi vogliamo che questa luce arrivi a dare speranza nei luoghi bui dove si consumano i tanti pezzi della guerra mondiale. Vogliamo superare i muri andando più in alto, con la passione che nasce dalla fede e con l’intelligenza dell’amore che trasforma il nemico in amico e rende vicino chi è lontano, possibile quello che sembrava troppo difficile o rischioso. Sono sicuro che continueremo a seminare tanto ascolto, comprensione, amicizia consapevoli di essere parte dell’unica famiglia e che questi semi fioriranno. Abbiamo meno paura perché abbiamo visto che è possibile, quanto tutto è più facile con i ponti, come la vita è più bella! E non ci facciamo confondere da chi dice: “non vale la pena” o “ci saranno problemi”. Lo sappiamo! Ma i problemi si affrontano e non ci spaventa sacrificarci per questo, per risolverli per davvero e non lasciarli ad altri!  Io da cristiano seguo Gesù che ha insegnato ad amare i nemici e a dare la vita per non combattere le persone ma il nemico delle persone, il male! E la pace è di tutti! Non si divide! Senza pace non c’è vita e non c’è futuro! Come ci disse Papa Francesco qui a Bologna “cominciamo a sognare alla grande” Ma a farlo con gli occhi aperti e di giorno per vincere la notte della guerra e della barbarie. Dio ci benedica. Il saluto, in molte lingue quando ci si incontra e quando ci si lascia, è sempre lo stesso. La pace sia con te.  E’ il regalo di questi giorni. Non ce la facciamo rubare! La pace sia con noi.