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Oded Wiener

Gran Rabinato de Israel
 biografía

 Cari colleghi, illustri ospiti, signore e signori. È un grande onore e un privilegio per me presiedere la discussione su questo importante tema: " Lo sviluppo è il nome della pace ".

 
Ieri sera abbiamo tutti partecipato alla straordinaria cerimonia di apertura così ben organizzata, come di consueto, dalle persone speciali di Sant' Egidio. Abbiamo avuto il privilegio di ascoltare idee e messaggi importanti sull’argomento di questo panel.
Con il vostro permesso vorrei ripercorrere gli inizi della storia umana e andare al primo tentativo megalomane di sviluppo tecnologico di cui ci parla la Bibbia, all'inizio della Genesi. 
 
A quel tempo, c'era unità tra tutte le persone. Tutti vivevano insieme e parlavano la stessa lingua. Allora decisero di costruire una torre che avrebbe raggiunto il cielo. L'idea che c’era dietro la costruzione della torre, come ci dicono i nostri saggi, era la volontà di superare Dio che sedeva in cielo. 
Quando la torre divenne la meta suprema e l'ossessione di tutti, quello che accadde durante la costruzione fu che, se una persona cadeva e moriva, nessuno ci faceva caso e se ne curava. Ma se un mattone cadeva mentre si costruiva, ci si affliggeva perché si sarebbe dovuto procurare un altro mattone per sostituire quello che era caduto. 
Cioè, poiché le persone avevano perso ogni senso morale, le preoccupazioni e le responsabilità verso i loro fratelli erano scomparse. Davanti a sé avevano soltanto lo sviluppo tecnologico e la costruzione della torre.
Non c'è da stupirsi che la loro punizione fu che Dio distrusse la torre, li disperse in tutto il mondo e confuse la loro lingua, e da allora ogni gruppo cominciò a parlare una lingua differente.
La lezione che possiamo imparare da questa storia, e che dovremmo insegnare, è che la tecnologia e lo sviluppo sono estremamente importanti, ma a condizione che non perdiamo l’immagine di Dio dentro di noi e la nostra umanità. Dobbiamo ricordare che siamo stati tutti creati a immagine di Dio, e la preoccupazione e la responsabilità per gli altri, indipendentemente dal loro genere, razza, colore o religione, devono venire prima di ogni altra cosa.
Non v'è dubbio che lo sviluppo tecnologico ha sollevato l'umanità a incredibili altezze, che i nostri antenati non avrebbero nemmeno potuto sognare. L’umanità è stata capace di superare le distanze dello spazio e di sviluppare nanotecnologie incredibili. Potremmo enumerare per molte ore le cose meravigliose realizzate dalla medicina moderna che contribuiscono a salvare tante vite. 
Pensiamo a come vivevano i nostri antenati soltanto 150 anni fa: senza elettricità, automobili, aerei, telefoni e tutti i moderni mezzi di comunicazione che rendono il mondo un piccolo villaggio globale. Con tutte le implicazioni buone e cattive di queste invenzioni e sviluppi. 
Non bisogna dimenticare che dall'altra parte dell'equazione ci sono le armi di distruzione di massa nucleari, chimiche e biologiche, i missili intercontinentali e altro ancora.
Pertanto, ci sono interrogativi e limitazioni che tutti noi, e soprattutto i leader, dobbiamo considerare in questo contesto, specialmente in tempi di rapido sviluppo tecnologico. In primo luogo dobbiamo ricordare l’essere umano. Come aiutare tanta gente che soffre per la povertà e la discriminazione nel mondo? È molto facile sfruttare la situazione di questi poveri per incitarli all'estremismo, alla violenza, al terrorismo e all’assassinio, che hanno prodotto guerre e perdite di vite umane. 
Le nazioni avanzate e sviluppate devono essere mobilitate e incoraggiate, congiuntamente e a livello internazionale, a creare, attraverso gli strumenti finanziari e tecnologici a loro disposizione, un clima di pace e riconciliazione e una robusta istruzione per aiutare a far fronte alle sfide tecnologiche e agli sviluppi nel prossimo futuro. Accettando l'altro e il diverso per religione, razza, colore e genere.
Dobbiamo anche ricordare che nell'era della globalizzazione i governi e le organizzazioni internazionali hanno perso considerevolmente la loro influenza sulle tendenze globali.
Quindi dobbiamo mobilitarci per questa questione di importanza vitale, rappresentata dai fattori globali che non sono limitati da burocrazie e frontiere. Ad esempio, enormi società multinazionali sono presenti in tutto il mondo e i social network stanno raggiungendo ogni angolo della terra.
Anche i leader delle varie religioni hanno un'influenza globale transfrontaliera ed è essenziale che impieghino la loro influenza a fini positivi e per diffondere messaggi chiari contro l'uso della religione per giustificare il terrorismo. 
Certamente, devono incoraggiare i propri fedeli ad acquisire un’adeguata istruzione, conoscenze e strumenti per trovare occupazione, al fine di uscire dal ciclo della povertà.
 
 
Viviamo in un’epoca di drastici cambiamenti e di incredibile apertura.
Le informazioni sono enormemente accessibili con Internet, l'uguaglianza si è affermata come mai prima, le università conducono studi congiunti e molte prospettive ristrette sono state cancellate.
Dunque l’enfasi maggiore dovrebbe essere data all'istruzione. 
Gli educatori di tutto il mondo devono chiedersi quali strumenti e valori, quali capacità spirituali sono in grado di infondere nei loro studenti, in particolare nei più giovani, al fine di prepararli ad affrontare le sfide di un mondo rinnovabile e a rapportarsi con chi ha un altro colore, razza, genere o religione; insegnare loro come dialogare con gli altri, mantenendo fedelmente la propria identità. 
Dobbiamo capire che viviamo in un villaggio globale e che le nostre reciproche relazioni sono estremamente importanti per il futuro della pace nel mondo. 
 
Tutti i leader mondiali devono cooperare per promuovere i valori che tutti condividiamo, i valori di giustizia, carità, compassione e naturalmente pace.
L'oscurità che deriva dalla mancanza di istruzione e dalla povertà è la causa della violenza e non può essere scacciata con i bastoni e certamente non con coltelli e pistole. Una piccola luce scaccia una grande oscurità! La luce della fede e la luce di azioni positive da parte dei capi di stato, dei politici e dei leader religiosi, come esempi personali concreti e autorevoli, contribuiranno a scacciare le tenebre e il male nel nostro mondo.
Come ha detto J.F. Kennedy, un grande presidente americano,  (cito):
"Dunque non concentriamoci solo sulle nostre differenze, ma pensiamo anche ai nostri interessi comuni e a come superare tali differenze. E se le nostre divergenze non possono essere risolte oggi, almeno possiamo cercare di rendere il mondo un luogo sicuro per le diversità. Perché, in fin dei conti, il nostro più elementare legame è che tutti noi abitiamo questo piccolo pianeta, respiriamo la stessa aria, ci preoccupiamo per il futuro dei nostri figli, e siamo tutti mortali."
 
Se il messaggio che uscirà da qui oggi sarà la necessità vitale di utilizzare la moderna tecnologia per una mobilitazione globale per aiutare i deboli e fornire un'istruzione adeguata agli svantaggiati, per il dialogo e la comprensione reciproca tra di noi, questo avrà un valore enorme. 
Speriamo e preghiamo di saper creare una società ricca di diversità, che sia un simbolo di convivenza per il mondo intero.
Vorrei cogliere nuovamente questa opportunità, per esprimere il mio apprezzamento ai nostri illustri ospiti della Comunità di Sant'Egidio, che sono una fonte infinita di ispirazione nella loro lotta per la giustizia, la diversità e la pace nel mondo.  
 
Vi ringrazio molto,