Partager Sur

Stefania Proietti

Maire d'Assise, Italie
 biographie
Buongiorno a tutti!
 
Innanzitutto desidero ringraziare sentitamente la comunità di Sant’Egidio e l’arcidiocesi di Madrid per l’organizzazione di questo straordinario evento che, a 33 anni di distanza dalla convocazione di San Giovanni Paolo II ad Assisi di tutti i leader religiosi mondiali per pregare per la pace, si conferma come un appuntamento di importanza straordinaria: qui infatti non solo si parla di pace ma si costruiscono percorsi capaci di futuro. Proprio per questi motivi che, nello scorso 24 maggio, la città di Assisi ha conferito la cittadinanza onoraria per la pace al professor Andrea Riccardi, fondatore della comunità di Sant’Egidio, con le seguenti motivazioni: “viene conferita l’onorificenza “Cittadinanza Onoraria della Città di Assisi” al Prof. Andrea Riccardi, fondatore della Comunità di Sant’Egidio, in occasione del 50° anniversario della fondazione della Comunità, che nelle periferie del mondo si è spesa sempre, con fedeltà e passione, in favore dei più poveri e dei più deboli, dei bambini, degli anziani, dei malati e dei disabili, dei senza dimora, delle minoranze, dei migranti e dei rifugiati; che ha dato un contributo importante per la pace in molti paesi colpiti dalla guerra e dalla violenza; che ha praticato con tenacia l’“arte del dialogo” e ha continuato e diffuso lo “spirito di Assisi” con gli incontri annuali di preghiera per la pace; che in uno spirito di preghiera, di amicizia con i poveri e di pace, ha saputo farsi interprete del messaggio di San Francesco. Consegniamo oggi al Prof. Andrea Riccardi e, con lui, a tutta la Comunità di Sant’Egidio, un legame imperituro con la Città di Assisi.” 
 
Assisi, ci ricorda sempre il cardinale Gualtiero Bassetti presidente della CEI, oltre ad essere la Città della Pace, è la ‘città sul monte’ che tutti vedono e, per il fatto di essere città natale, città amata di San Francesco e di Santa Chiara, vive in due dimensioni: una dimensione è quella della città di 30.000 abitanti con le sue problematiche e le sue sfide quotidiane; l’altra dimensione è quella del ‘respiro internazionale’ che conduce ad Assisi grandi leader mondiali e che la rende strumento di messaggi per il mondo. Ciò accadrà anche nel prossimo marzo 2020 quando papa Francesco ha invitato ad Assisi tutti i giovani economisti del mondo per costruire insieme a lui un patto per una nuova economia, più giusta più umana che metta al centro della propria azione le persone ed in particolare i più poveri e il creato.
 
Nella sua prolusione di ieri il professore Jeffrey Sachs (che sarà ad Assisi anche durante questa settimana e durante l’incontro dei giovani con il Papa per una nuova economia) ci ha ricordato come Paolo VI affermasse che ‘lo sviluppo è il nuovo nome della pace’ e come oggi si possa affermare che ‘lo sviluppo sostenibile è il nuovo nome della pace’. Nella mia vita ‘precedente’ l’ambiente e lo sviluppo sostenibile erano motivo di vita (e quindi di scelta etica e morale) e di lavoro e posso anch’io affermare che, laddove c’è sviluppo sostenibile, c’è crescita armoniosa dell’uomo nel suo ambiente, vi è anche la pace. Laddove esistono le disuguaglianze, il predominio, la violenza e la depredazione delle risorse dei poveri a favore solo dei ricchi, come può esserci pace?
 
Quando ancora insegnavo all’università, prima di essere eletta sindaco di Assisi, mostravo ai miei studenti di ingegneria della sostenibilità alcune immagini. Immaginate il mondo di notte che si divide in un Nord illuminato dall’energia elettrica e in un sud distinguibile ma completamente buio. Questa è l’immagine paradigmatica della grande crisi ambientale globale: infatti il Nord del mondo illuminato emette la CO2 e l’inquinamento che aggrediscono, con la violenza delle siccità e degli uragani, il sud del mondo, dove al buio vive la maggior parte della popolazione mondiale. La maggior parte dei nostri fratelli e sorelle vivono al buio, senza cibo e anche senza la possibilità di un riscatto culturale: la lotta alla povertà energetica è una delle sfide possibili per costruire il mondo di domani, perché si può partire proprio dello sviluppo sostenibile ‘dall’inizio’ e creare così un nuovo corso dell’economia anche nei paesi del Nord del mondo. Il Nord del mondo, i paesi ricchi, sono anche quelli che generano i cambiamenti climatici che si abbattono con violenza sui più poveri costringendoli a spostarsi se non vogliono morire. In quelle parti dove il mondo è al buio ci sono le maggiori e più violente guerre, i più disastrosi focolai di morte del mondo. Immaginate ora un’altra mappa, un mappamondo dove sono posizionate le fonti fossili, causa antropogenica del cambiamento climatico, le fonti fossili sono situate in paesi, passano o dovrebbero passare in paesi che sono martoriati da guerre feroci che hanno origine proprio dall’accaparramento di quelle risorse fossili che oggi gestiscono la politica economica mondiale. 
 
Con queste immagini si può comprendere come il cambiamento climatico sia la sfida epocale di tutta la famiglia umana, perché noi stiamo bruciando la nostra casa ma stiamo bruciando la casa comune con dentro i nostri figli. Assisi è nell’immaginario collettivo la capitale dell’ecologia: quarant’anni fa San Giovanni Paolo II proclamò San Francesco d’Assisi patrono di tutti i cultori dell’ecologia. Il dovere della città di Assisi è quello di combattere al fianco di coloro che operano per i più poveri per  la custodia del creato e per la pace.
 
Ma come può essere in pace un mondo dove 5 milioni di bambini muoiono di fame di violenze di carestie di malattie mentre noi siamo a guardare, vivendo comodi e agiati in quel lato del mondo illuminato di notte, fresco d’estate caldo d’inverno dove non manca nulla mentre nel sud del mondo manca tutto?
 
E proprio da questi dati drammatici e dallo schiaffo alle coscienze che ci sveglia dal torpore, dalla constatazione dell’iniquità globale che è alla base delle crisi ambientali e sociali mondiali e dalla consapevolezza del dramma della disuguaglianza, è proprio da qui che, sono convinta, può partire la speranza. La speranza del cambiamento, la strada del cambiamento è questa: toccare i cuori di donne uomini giovani di buona volontà rendendoli consapevoli che il singolo gesto, seppure isolato non può far nulla, insieme a tanti altri gesti può cambiare il mondo. Se noi, madri e padri, pensiamo a quei 5 milioni di bambini che muoiono come nostri figli e siamo consapevoli che ogni nostro singolo gesto può aiutarli a non morire, davvero possiamo avere la leva del cambiamento nelle nostre mani. Perché se una singola azione non può cambiare il mondo, 7 miliardi di azioni possono cambiarlo!
 
Se una singola città, anche piccola come Assisi, non può cambiare il mondo, può intanto cambiare se stessa e far cambiare altre città che, insieme, possono cambiare le sorti di un intero paese e tanti paesi insieme possono cambiare le sorti del mondo. Ecco qual è la speranza, ecco qual è il messaggio che vogliamo lanciare da Assisi! E lo faremo soprattutto in occasione del prossimo incontro con Papa Francesco, the Economy of Francesco, dove come città di Assisi supporteremo questo straordinario momento in cui 1000 giovani ed anche di più, insieme a papa Francesco lanceranno un PATTO per una nuova economia: vogliamo che Assisi diventi la Davos della nuova economia? un’economia che metta al centro di ogni azione le persone in particolare gli ultimi, il creato, un’economia possibile di pace per la pace. Come San Giovanni Paolo II in quel 1986, anche noi siamo convinti che sia possibile cambiare il mondo a partire da Assisi!