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Mohamed Abdelsalam Abdellatif

Segretario Generale del Muslim Council of Elders, Egitto
 biografia

Introduzione del Giudice Mohamed Abdel Salam

Illustri partecipanti!
Pace, misericordia e benedizioni di Dio
Sono lieto di riaffermare a nome dell'Alto Comitato per la Fratellanza umana l'importanza di questo convegno che mette in luce una dimensione molto rilevante nella crisi della Pandemia da Coronavirus che sta il mondo attraversando, vale a dire la dimensione umana.
Santità, Papa Francesco, assieme al Grande Imam, Ahmed Al-Tayyeb, siete stati pionieri della necessità di adottare un rinnovato concetto di fraternità umana, dopo aver posto un modello operativo per i seguaci delle religioni con accuratezza, collegialità e responsabilità. Ricordo tuttora la scena di Papa Francesco e l'Imam Al-Tayyeb che si spartivano un pezzo di pane alla tavola del Papa a Casa Santa Marta. Come non dimentico i momenti che ne sono stati ispirati fino all'idea del Documento sulla Fraternità umana, che il mondo ha accolto un grande soddisfazione. Veramente il mondo di oggi ferito ha bisogno di dividere il pane per diventare più pacifico e sicuro. Ringrazio la Comunità di Sant'Egidio che ha proseguito il cammino del bene dall'incontro di Assisi del 1986 fino a che è giunta a coronare questo itinerario l’Enciclica “Fratelli tutti”, alla cui presentazione sono stato onorato di partecipare, che darà a questi incontri maggiore ispirazione secondo lo spirito di Assisi. Sono certo che le iniziative di dialogo e comunione tra leader religiosi resteranno un’ombra protettiva sicura. Consentitemi, onorevoli partecipanti, di leggervi il discorso del Grande Imam Ahmad Al-Tayyeb, Gran Sheykh di Al-Azhar, che non ha potuto partecipare di persona a questo evento.

Discorso di Sua Eccellenza il Grande Imam Ahmad al-Tayyeb, Sheykh di Al-Azhar

Caro fratello, Papa Francesco, Papa della Chiesa Cattolica
Signor Sergio Mattarella, Presidente della Repubblica Italiana,
Professor Andrea Riccardi, fondatore della Comunità di Sant’Egidio,
Caro amico Bartolomeo, Patriarca di Costantinopoli
Illustri partecipanti,
Il mondo sta vivendo da quasi un anno un incubo terrificante a causa dell'epidemia di Coronavirus. Neanche uno stato è sfuggito alle sue ripercussioni, nessun popolo è sfuggito, nessuna economia si è salvata dai suoi effetti devastanti, e quanto sono più pesanti le ferite del cuore. Ciò che aggrava la dolorosa realtà è la vista di questi milioni di rifugiati, sfollati, senzatetto e vittime in zone di conflitto. Questa epidemia ha peggiorato le loro terribili condizioni in assenza della necessaria assistenza sanitaria. Allo stesso modo, interi popoli non sono stati in grado di affrontare l'epidemia.
Nonostante tutti questi rischi posti dal Coronavirus, c'è un'altra antica epidemia che si rinnova, che pensavamo sarebbe scomparsa di fronte a un pericolo che minacciava l'intera umanità, l'epidemia della discriminazione e del razzismo, una malattia che colpisce ed erode la coscienza umana. Anziché osservarne la scomparsa, siamo stati scioccati nel vedere nuove forme di discriminazione a causa del Coronavirus, al punto che abbiamo sentito appelli ad abbandonare alcuni gruppi di persone al loro destino per offrire le cure prioritariamente ad altri, abbiamo sentito voci che chiedono di testare il vaccino su un certo gruppo di persone, sono voci che attestano solo la disumanità da parte di chi le pronuncia.
Oggi, aspettiamo con il mondo intero che gli sforzi scientifici siano coronati dal successo nella ricerca di un farmaco che ci salvi da questo incubo che ormai da quasi un anno continua a uccidere l’umanità.
Vorrei riaffermare che la cura per l'odio umano e il razzismo è quell'antidoto che sgorga dal cuore delle amare esperienze che abbiamo vissuto e che prova colui che è dotato di una coscienza viva. Questo antidoto è la fratellanza umana, in cui vedo una solida immunità capace di affrontare le epidemie intellettuali e morali.
Il concetto di fratellanza umana non significa che ci accontentiamo di accettare l'altro, ma piuttosto che ci battiamo per il suo bene e la sua sicurezza, ci rifiutiamo di discriminarlo a causa di qualsivoglia differenza, e che non risparmiamo sforzi nel diffondere questi alti principi tra la gente.
Illustri partecipanti,
Il nuovo ordine mondiale ha promosso il concetto di globalizzazione e ci ha promesso che avrebbe portato al mondo intero i valori della libertà, della giustizia e dell’uguaglianza, che rappresentano valori umani veramente meravigliosi. Tuttavia, abbiamo presto scoperto, purtroppo, che questi nobili valori sono stati manipolati in modo disumano con l’esclusione del diverso, l’imposizione di un unico modello culturale, l’eliminazione delle identità, la rivendicazione del diritto alla tutela dei popoli, la pretesa dell'esistenza di un modello culturale unico adatto all'umanità, mentre modelli diversi sarebbero diventati una reliquia della storia. La globalizzazione è così caduta nell'equivoco e nella contraddizione tra i proclami e la realtà della gente, portando delle ricadute ancora più malvagie rispetto alle epoche più buie. Abbiamo visto cadere questi valori quando il mondo ha preferito ignorare popoli interi costretti all'esodo, vittime di uccisioni e di morte per fame come nel caso dei Rohingya che sono stati abbandonati alla loro sorte in mare aperto.
L'avvento del Coronavirus ha annunciato al mondo la morte della globalizzazione che aveva diviso il mondo, separato gli esseri umani, allontanato la morale e i valori, emarginato la religione. Oggi è giunto per noi il momento di adottare una nuova globalizzazione, basata sulla fratellanza umana, che promuova l’uguaglianza di tutti gli esseri umani quanto a diritti e doveri, che radichi la convivenza sociale e si impegni al rispetto delle specificità e delle identità religiose e culturali, che fermi la corsa agli armamenti e reindirizzi le centinaia e migliaia di miliardi spesi per le armi verso l'istruzione, l'assistenza sanitaria e la ricerca scientifica. Allora, e soltanto allora, potremo far fronte ai disastri e alle epidemie e saremo più forti di fronte alle varie crisi.
Dinanzi a questa crisi asfissiante abbiamo, come dotti e religiosi appartenenti alle diverse fedi, il ruolo importante di far ritornare i popoli alla religione e al suo messaggio autentico che innalza i valori umani, che sono stati emarginati, abusati e accusati spesso di essere la causa del terrorismo e dell’estremismo, poiché l’ateismo e le filosofie mondane e materialistiche sono riuscite ad oscurare ciò che implicano i messaggi celesti, ossia il bene, l’amore, la pace.
Lasciatemi commentare qui l'orrendo omicidio compiuto a Parigi.
Nella mia veste di sheykh di al-Azhar dichiaro davanti a Dio onnipotente che io dissocio me stesso e i precetti della religione islamica e gli insegnamenti del profeta Maometto - su di lui la pace e la benedizione di Dio - da questo peccaminoso atto criminale e da tutti coloro che perseguono questa ideologia perversa e falsa. Allo stesso tempo confermo che insultare le religioni e abusare dei simboli sacri sotto lo slogan della libertà di espressione, rappresenta una forma di ambiguità intellettuale e un esplicito appello all'immoralità. Questo terrorista e la sua gente non rappresentano la religione di Maometto - su di lui la pace e la benedizione di Dio - proprio come il terrorista neozelandese che ha ucciso i musulmani nella moschea non rappresenta la religione di Gesù, la pace sia su di lui.
Permettetemi di esprimere nuovamente la mia stima al mio amico, Papa Francesco, Papa della Chiesa Cattolica, per la sua importante enciclica “Fratelli Tutti”, che aiuterà gli amanti del bene e della pace a formarsi una nozione completa sulle sofferenze della “fratellanza umana” e sulle aspettative di raggiungerla.
Ringrazio gli amici di Sant’Egidio per aver organizzato questo eccezionale e importante incontro.
Egregio pubblico!
Curiamo insieme le ferite dell’umanità, riscopriamo i valori della misericordia, la giustizia e la tolleranza! Facciamo ritornare alla gente il sorriso strappato dalle guerre e i conflitti! Forse questi sogni sono ambiziosi ma la loro concretizzazione non è difficile per Dio Altissimo, se crediamo in Lui e nella fratellanza umana, alla quale siamo stati chiamati per seminarla nelle anime delle nostre società e delle generazioni future.
Vi ringrazio per l’ascolto.
Che la pace di Dio, la sua misericordia e le sue benedizioni siano con voi.