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Mohamed Al-Duwaini

Sheykh vicario del Grande Imam di al-Azhar
 biografia

Nel nome di Dio clemente e misericordioso
Nel nome dell'onorevole Al-Azhar, la casa della religione, della scienza, della tolleranza e dell'umanità

Onorevole pubblico,

innanzi tutto, vorrei trasmettervi i saluti del Grande Imam, lo sheykh di Al-Azhar Prof. Dr. Ahmed Al-Tayyeb, possa Dio preservarlo e concedergli buona salute e benessere, assieme ai suoi sinceri auguri di successo per questa nostra conferenza.

Consentitemi all'inizio del mio intervento di esprimere i miei ringraziamenti per questa buona opportunità di condividere i pensieri su ciò che l'umanità è diventata dopo la pandemia da Coronavirus, che ha colpito tutti i settori della vita: economia, società, sentimenti, sensazioni e persino emozioni.

Nutro ora due sentimenti contraddittori. Il primo è un sentimento di dolore e tristezza per ciò che è accaduto alle persone in tutte le parti della terra per questa pericolosa epidemia, che non è stata fermata dai confini, non ha temuto la potenza degli eserciti, che non riconosce le nazionalità. Prego Dio Onnipotente che ci liberi tutti da questa epidemia. Il secondo è un sentimento di speranza e ottimismo per questo incontro, che stabilisce una realtà il cui significato va compreso e messo in pratica, e cioè che le persone provengono da un’unica origine e che sono accomunate da ciò che rende la vita migliore e più bella per tutti. Di questa unica origine parla il Corano quando afferma: “O uomini, Noi v’abbiam creato da un maschio e da una femmina e abbiam fatto di voi popoli vari e tribù a che vi conosceste a vicenda, ma il più nobile tra di voi è colui che più teme Iddio. In verità Dio è sapiente e conosce” (Corano, 49,13).

Allontanandoci da pensieri che il Coronavirus ha introdotto nelle nostre menti e dai sentimenti che ha posto nei nostri cuori, dobbiamo imparare la lezione dalla scuola del Coronavirus, cioè che siamo tutti sulla stessa strada. Permettetemi di prendere in prestito dal Profeta dell'Islam alcune delle tanto necessarie similitudini. Il Messaggero di Dio - possano le preghiere e la pace di Dio essere su di lui - ha paragonato colui che metteva in pratica ciò che era obbligatorio per lui, e colui che aveva mancato al suo dovere, a un popolo che aveva conquistato una nave. Alcuni uomini sono stati destinati a stare sul ponte mentre gli altri nella stiva, e quest’ultimi – quando hanno bevuto dell’acqua – l’hanno passata a coloro che stavano sopra, dicendo: “Andiamo contro la nostra sorte ma non faremo del male agli altri”, se lo avessero fatto sarebbero morti tutti, ma se li avessero aiutati sarebbero salvi tutti. E si salvarono tutti. Egli ha ribadito, con questa parabola eloquente, che ogni individuo ha il suo ruolo, e che tutti sono chiamati a collaborare per raggiungere gli obbiettivi comuni.

Egregio pubblico,

Il coronavirus ha colto tutti di sorpresa, senza chiedere permesso, e senza distinzione tra un luogo e un altro, tra una nazione e un’altra. Ha fatto sì che l’umanità – in particolar modo i governanti, i saggi e i sapienti – possa prendere coscienza circa un fatto sul quale pensava di poter decidere, avendo dimostrato, francamente e palesemente, che la globalizzazione che divide i popoli è solo un grande inganno, e che lo scontro di civiltà che viene promosso è una grande menzogna, e che la civiltà non riguarda un popolo ed esclude altri, perché è il prodotto dell’umanità intera, e ha dimostrato che l’alternativa alla globalizzazione soffocante e lo scontro presunto è l’incontro fecondo delle idee e il dialogo tra le civiltà.

Noi – figli di questa umanità – abbiamo un’origine comune – anche se le nostre lingue e le nostre idee sono diverse – e il dovere di questa umanità universale è che ogni uomo cerchi il bene del mondo intero, e questo dovere inizia con incontri allargati, proprio come questo, capaci di garantire alle nazioni il superamento delle situazioni di crisi per diventare nazioni stabili e collaborative, all’interno delle quali si diffondono i valori della giustizia e dell’uguaglianza fra tutti, senza discriminazione alcuna.    

Egregio pubblico,

Il rapporto di conoscenza, di comunicazione e di convivenza tra i popoli, è uno dei fondamenti dell’Islam, ed è anche una necessità sociale universale, non avendo più il lusso del tempo e delle scelte. Se non sconfiggiamo le epidemie tramite la collaborazione, saremo tutti a rischio.

La comunicazione civile e costruttiva deve superare gli slogan luccicanti per arrivare alle realtà concrete. E deve essere tradotta in uno “scambio di esperienze e di beni” tra le nazioni.  

Al-Azhar respinge la teoria dello scontro di civiltà, e chiama ad una pace genuina tra gli uomini. Sta in contatto e collabora con tutte le istituzioni, per uno scambio di visioni e idee, circa il consolidamento dei valori della convivenza, dell’accettazione dell’altro, del rifiuto della violenza, della lotta contro l’estremismo, del rafforzamento dei pilastri della cittadinanza, e dell’adozione di un dialogo genuino che investa nel pluralismo intellettuale e nella diversità culturale, riconosca le identità e le specificità e rispetti i simboli (religiosi) e ciò che è sacro. 

Grazie a questi valori umani, Al-Azhar è riuscito a realizzare grandi successi, in Egitto e all’estero. Ha tenuto incontri di dialogo religioso, genuino e civile, che hanno avuto dei risultati tangibili. Al-Azhar ha svolto un ruolo particolare nella lotta contro la pandemia da coronavirus, tramite la sensibilizzazione circa i suoi pericoli, ribadendo la necessità di affrontarla con mezzi scientifici diversi, a cominciare dalla collaborazione tra la gente, la divulgazione di informazioni e banche dati e l’adozione delle misure preventive necessarie.

Illustri signori,

Il mondo ha bisogno – oggi più che mai – di costruire ponti di collaborazione e d’incontro tra i popoli, e ciò non accadrà finché le persone non si metteranno d’accordo sui grandi valori, che garantiscono il lavoro comune per far fronte alle conseguenze e alle sfide scaturite dalla pandemia da coronavirus, specialmente la condivisione delle storie di successo tra gli stati.

Potrei presentare alcune raccomandazioni che considero importanti in questo incontro:

1) Rinsaldare l’idea della partecipazione universale, presso tutti i popoli, governi ed organizzazioni, tramite programmi scientifici e iniziative di sensibilizzazione, dove si affiancano gli sforzi delle istituzioni della società, a cominciare dalla famiglia e dalle istituzioni educative e sociali.

2) Scambiare le conoscenze, le informazioni e le esperienze, e scambiare i beni - come strumenti e medicinali relativi alle epidemie e alle catastrofi – tra gli stati, le organizzazioni governative e non governative, in modo veloce e diligente, lontano da aspetti burocratici e formali, per beneficiarne e poter far fronte ad ogni pericolo che minaccia il pianeta.

3) Esortare gli stati e incoraggiare i governi ad emanare leggi che siano un deterrente per coloro che monopolizzano le informazioni e la sperimentazione, quando questo atto incide sull’efficacia della lotta contro le epidemie e le catastrofi.

4) Cercare di consolidare la fiducia della gente nelle istituzioni nazionali, tramite la massima trasparenza e la divulgazione delle informazioni. 

5) Lavorare per impedire le voci e le notizie false legate a pandemie come questa, che limitano l’efficacia degli interventi necessari.    

Egregio pubblico,

La pandemia da coronavirus ci impone di mobilitare la nostra vita e le nostre idee, adeguatamente agli sviluppi. E mi auguro che da questo incontro possa nascere un nuovo inizio, capace di garantire all’umanità intera la sicurezza, la tranquillità, la salute e il benessere. 

Rinnoviamo l’appello ai leader mondiali e ai saggi, dovunque essi siano, per riscoprire i valori che avvicinano i popoli e trasformarli in una realtà tangibile, attraverso azioni che portino al mondo la pace, la giustizia e il bene.

Che Dio vi dia successo!

Che la Pace, la Misericordia di Dio e le sue Benedizioni siano con voi!