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Sudheendra Kulkarni

Indù, Fondatore del "Forum for a New South Asia”, India
 biografia
Buongiorno. Namaste. La pace sia con tutti voi.
Come sempre, sono immensamente felice di essere qui a partecipare al convegno annuale interreligioso per la pace nel mondo. 
Grazie, comunità di Sant’Egidio. Dopo l’interruzione dovuta alla pandemia di Covid, siamo di nuovo qui.
Ogni volta che partecipo a questi incontri lo sento come un pellegrinaggio. Questo è perché preghiamo insieme. Pensiamo insieme. Sogniamo insieme.
E ci impegniamo a prenderci cura insieme della Terra, la nostra Casa Comune, che è il tema di questa sessione.
Nel Rig Veda abbiamo un mantra o una preghiera in sanscrito:
 
समानो मन्त्र: समिति: समानी
समानं मन: सहचित्तमेषाम्
समानं मन्त्रमभिमन्त्रये व:
समानेन वो हविषा जुहोमि ||
 
samāno mantraḥ samitih samānī
samānaṃ manaḥ sahacittameṣām
samānaṃ mantramabhimantraye vaḥ
samānena vo haviṣā juhomi ||
 
significa:
possa il nostro scopo essere il medesimo; che tutti possiamo essere unanimi. Affinché si formi questa unità, offro una preghiera comune.
 
Oggi qual è il più importante Obiettivo Comune che sollecita tutti noi, di diverse religioni, razze e paesi, ad essere uniti?
È la preoccupazione per la nostra Casa Comune, il Pianeta Terra.
Non è solo preoccuparsene, ma è salvare la Casa Comune, perché il nostro pianeta sta fronteggiando un pericolo senza precedenti.
La crisi è di tre tipi, tutti e tre interconnessi.
La prima è la crisi che riguarda il clima e l’ambiente fragile che sostiene la vita sul nostro pianeta.
La seconda è la crisi che riguarda la pace nel mondo, causata dal crescente militarismo e antagonismo tra le nazioni ricche e potenti.
La terza è la crisi che riguarda il benessere delle persone, soprattutto i poveri nel mondo. Questa è dovuta a sistemi economici, politici e di governo ingiusti ed iniqui, sia globali che nazionali.
 
Amici,
La gravità di queste tre crisi è ben nota. Lasciate che vi presenti alcune idee su ciò è necessario fare, su ciò che si deve fare.
Primo, sulla crisi climatica: si terrà a Glasgow alla fine di questo mese la conferenza ONU COP26 sul cambiamento climatico, ospitata dal Regno Unito in partnership con l’Italia.
Ci sono parecchi dubbi sul fatto che le nazioni partecipanti, soprattutto quelle ricche, si metteranno d’accordo per un comune piano di azione per limitare il riscaldamento globale a 1,5 gradi, per mobilitare adeguate risorse sul clima per sostenere i paesi e le comunità vulnerabili nel mondo, e per condividere le tecnologie climatiche.
Una cosa è molto chiara: la crisi non può essere superata esclusivamente con misure politiche, economiche, sociali, finanziarie e tecnologiche, sebbene esse siano estremamente necessarie.
Purtroppo anche queste azioni sono poco praticate.
Ma l’azione più importante di cui c’è bisogno è nella sfera spirituale.
I nostri sforzi di salvare il pianeta non avranno successo finché non guarderemo al problema climatico nel contesto della relazione disturbata tra l’Uomo e Dio – il nostro Comune Creatore Estremamente Compassionevole.
La verità è che l’uomo ha dimenticato Dio. Avendo dimenticato Dio, ha anche dimenticato l’antica verità che tutti gli esseri umani sono una sola famiglia, che dovrebbero vivere in armonia tra loro e anche con la Natura.
È per questo che la Laudato si’, l’enciclica di Sua Santità Papa Francesco del 2015, pubblicata nel momento in cui si teneva il Summit sul clima a Parigi, è così preziosa ed utile.
 
Certo, questo documento attinge principalmente alla saggezza della teologia cristiana. Ma la medesima saggezza sulle relazioni tra l’Uomo-la Natura-Dio si ritrova anche negli insegnamenti di tutte le altre religioni del mondo.
Nell’Induismo ci viene insegnato a vedere il divino in ogni cosa nell’universo, sia nelle cose animate che in quelle inanimate.
Le Upanishad, che è un testo sacro Induista, insegna a ciascuno a prendere soltanto quella limitata porzione dei doni di Dio che ci è necessaria, e a rinunciare al resto perché possano beneficiarne gli altri.
Il Mahatma Gandhi diceva che gli uomini dovrebbero agire come Amministratori della creazione non-umana, così che i doni generosi di Dio si possano preservare e trasmettere di generazione in generazione.
Da qui derivano due imperativi:
Uno, dovrebbe esserci un documento di Tutte le Religioni sul cambiamento climatico, sul modello della Laudato si’.
Due, dovremmo tutti sforzarci per fare in modo che la prospettiva religiosa e spirituale sul cambiamento climatico diventi la prospettiva guida sull’azione climatica a livello globale. Questa nuova prospettiva dovrebbe informare ed ispirare le deliberazioni e gli accordi alle conferenze degli Stati come COP26.
 
Amici, 
esaminiamo la seconda crisi che deve affrontare la nostra Casa Comune: la crisi della Pace Mondiale. 
Ci stiamo incontrando qui in Europa. 
L’Europa, dopo due terribili Guerre Mondiali nell’ultimo secolo, gode di pace e di un ragionevole livello di unità. Questo è lodevole, è in effetti una lezione che i paesi di tutto il mondo devono imparare.
Purtroppo nel Sud dell’Asia, da cui provengo, non si è imparata questa lezione. Tutti noi sappiamo che la situazione non è molto confortante nella nostra parte del mondo, e in Asia in generale.
L’America recentemente è stata costretta a porre fine alla guerra ventennale in Afghanistan, su cui ha speso 2000 miliardi di dollari.
Ma dov’è la cooperazione globale che dovrebbe inviare gli aiuti umanitari così necessari al popolo sofferente di quel Paese devastato dalla guerra?
Le relazioni dell’India con i nostri due estesi paesi vicini, il Pakistan e la Cina, sono estremamente tese. Non dimentichiamolo: tutte e tre queste nazioni hanno armi nucleari.
Ora, un nuovo tipo di situazione da Guerra Fredda si sta sviluppando in Asia.
Gli Stati Uniti stanno spostando i loro obiettivi dall’Europa all’Asia per contenere la Cina. 
Nell’alleanza AUKUS recentemente annunciata, Gli Stati Uniti e la Gran Bretagna forniranno sottomarini nucleari all’Australia.
Se si continua così, i nostri oceani ed i mari saranno presto sovraffollati da navi da guerra e sottomarini minacciosi.
Pertanto l’Asia, dove risiede il 60% della popolazione mondiale, deve riscoprire la sua saggezza spirituale e civilizzatrice per un futuro di pace.
Il mondo intero deve respingere la logica militarista secondo la quale il nucleare e le altre armi di distruzione di massa possono rendere la nostra CASA COMUNE più sicura.
 
Amici, 
la terza crisi è quella che colpisce il benessere delle persone.
Un recente sondaggio in India ha mostrato che soltanto il 10% della nostra popolazione possiede il 50% dei beni, mentre il 50% di coloro che sta peggio possiede meno del 10% dei beni. Simili modelli di disuguaglianza si stanno perpetuando in molti paesi del mondo.
Non si può chiamare Casa Comune una casa in cui la maggioranza dei suoi membri soffre per il bisogno, la privazione e la discriminazione, e una minoranza soffre di consumismo con la falsa convinzione che l’eccesso materiale porti la felicità.
Ancora una cosa: non si può certamente chiamare Casa Comune una casa in cui i poveri vengono lasciati senza vaccini persino in un tempo di pandemia che mette a rischio la vita.
Alla recente assemblea Generale delle Nazioni Unite, il Segretario Generale Antonio Guterres ha utilizzato parole molto dure. Ha detto alle nazioni ricche che, pur avendo passato l’esame di Scienze per aver sviluppato i vaccini contro il coronavirus, sono state bocciate all’esame di Etica.
Ha definito una “oscenità” che la maggioranza della popolazione del mondo ricco si sia vaccinata mentre più del 90% degli africani stia ancora aspettando la prima dose.
Tutto questo deve cambiare. La coscienza dell’umanità deve ribellarsi contro queste disuguaglianze ed ingiustizie.
La nostra casa comune chiamata Pianeta Terra ha bisogno di CURA e di EMPATIA per tutti i suoi circa 8 miliardi di persone, senza alcuna discriminazione per nessun motivo.
Lasciate che concluda con un ultimo pensiero.
Ogni casa, ogni famiglia, ha bisogno di un leader, un’autorità morale rispettata da tutti i suoi membri. Il leader della nostra casa comune è l’ORGANIZZAZIONE delle NAZIONI UNITE.
Rafforziamo il sistema delle NAZIONI UNITE per affrontare le sfide del 21° secolo in maniera più efficace, perché possiamo costruire un mondo migliore e più felice per le generazioni future.
Grazie