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Jaron Engelmayer

Rabbino capo di Vienna, Austria
 biografia

Spettabili membri di questo panel, cari amici, Schalom alejchem, che la pace sia con voi!

 

Per cosa preghiamo veramente? Possiamo influenzare la volontà di YHWH? Se YHWHha determinato qualcosa, questo è già un fatto immutabile. Dopo tutto, ha creato il mondo intero con la sola forza della sua volontà e della sua parola: "E Dio disse: "Sia la luce". E la luce fu". כי הוא אמר ויהי - "perché Egli parlò, e fu", recitiamo ogni giorno nella preghiera del mattino con i Salmi. Così, per esempio, se YHWH ha deciso che una certa persona sia malata, a cosa serve pregare per la sua salute? Possiamo spingere YHWH a mutare di avviso o addirittura corromperlo? È già scritto nella Torah, formulato da Balaam: "L'Onnipotente non è come un uomo che inganna o un uomo che si pente”. Cosa vogliamo ottenere, dunque, con le nostre preghiere a YHWH?

Per comprendere meglio la natura della preghiera, è necessario anche scandagliare meglio l'interazione tra YHWH e l'uomo. Moische Gross ne è un esempio. Moische desiderava disperatamente vincere alla lotteria, così ogni giorno pregava YHWH con grande devozione e fervore affinché per una volta lo facesse vincere. Ma settimana dopo settimana la grande vittoria non arrivava. Un giorno, profondamente deluso, Moische si rivolse a YHWH e disse: "Caro YHWH, è così difficile per Te farmi vincere alla lotteria almeno una volta?” Una voce celeste risuonò e rispose: "Moische, vuoi comprarti almeno una volta un biglietto della lotteria!". 

L'esempio di Moische esprime qualcosa di molto profondo: In realtà, YHWH  vuole aiutare, ma anche l'uomo deve saper aiutare se stesso. Da YHWH, fonte e origine di ogni bene, emana essenzialmente solo il bene; la questione è se noi umani siamo in grado di accoglierlo pienamente. La benedizione celeste può essere paragonata alla pioggia in una terra arida. Per accogliere questa benedizione in pienezza, sono necessari vasi adatti, equipaggiati adeguatamente (esempio: vetro). Se ci sono serbatoi, cisterne, ecc. l'acqua può essere raccolta e immagazzinata, altrimenti si infiltra nel terreno inutilmente e la benedizione va persa. 

Rabbi Avraham Yitzchak Kook, il primo Rabbino Capo di Israele, ha formulato questo pensiero in modo approfondito: la preghiera non serve a cambiare YHWH, ma a cambiare l'uomo. Cambiando se stessa, la persona che prega diventa capace di ricevere correttamente la benedizione che le è destinata. Rabbi Yisrael Baal haShem tov l'ha espresso così: "Se dopo la preghiera sei la stessa persona che eri prima di pregare, per cosa hai pregato?". 

La preghiera, in realtà, è molto di più della semplice espressione dei nostri desideri e delle nostre richieste, è una guida, ha lo scopo di darci una direzione su ciò per cui vale la pena pregare e impegnarsi nella vita, e in che misura dovremmo cambiare per raggiungere questo obiettivo. Tre volte al giorno, questo dovrebbe essere per noi un supporto per il pensiero, attorno a quali valori deve ruotare la nostra vita. 

Non sorprende quindi che il tema della pace sia molto enfatizzato nelle preghiere. I nostri saggi dicono: "Grande è la pace, perché con essa si concludono tutte le preghiere importanti: la triplice supplica quotidiana, la preghiera della tavola, la benedizione sacerdotale, la preghiera del lutto". Sì, anche il venerdì sera, la ricapitolazione della settimana trascorsa si conclude con un augurio di pace, subito prima di ricevere il santo Shabbat - giorno di sabato -,  con il canto "Lecha Dodi".

Il desiderio di pace corrisponde quindi al desiderio interiore che dovremmo sentire, anzi desiderare, spesso e frequentemente ogni giorno e in molte occasioni. Sì, anche al semplice incontro per strada, il semplice saluto tra noi è "shalom" - pace, o: "Shalom alejchem", anche "Schulem alajchem" in yiddish - la pace sia con te/con voi. 

È proprio nell'incontro con gli altri che ci rendiamo conto del significato più profondo della pace: la possibilità per creature che hanno un aspetto, un pensiero e un comportamento completamente diversi di vivere, socializzare e armonizzarsi l'una con l'altra, e di percepirsi non esclusivamente come concorrenti, ma anche come arricchimento reciproco. 

L'origine di questa percezione risiede in YHWH stesso, il cui nome è "pace". Così la Mishnah, una parte della tradizione orale ebraica, insegna nel trattato Sanhedrin: "La grandezza di YHWH si vede nella creazione dell'uomo. Un re in carne e ossa, quando conia monete a immagine e somiglianza di una moneta, le fa tutte quasi uguali. Non così con YHWH, ha forgiato tutti gli uomini a somiglianza del primo uomo (Adamo), eppure sono tutti diversi tra loro". Quindi la grandezza di YHWH non si mostra nella costituzione di una umanità monolitica, io il pluralismo, la molteplicità e la diversità degli esseri umani. Questi sono infatti complementari l'uno all'altro, si completano a vicenda - se l'uomo lo vuole e lo comprende!

 

È proprio questo approccio che la Comunità di Sant'Egidio promuove in modo così ammirevole, ed è per questo che da molti anni con gioia accetto l'invito a partecipare a questi incontri e che cerco di contribuire a questo obiettivo comune! 

Purtroppo, ci troviamo in un'epoca in cui questa base della convivenza umana viene messa in discussione, anche sul territorio europeo, e questo ha portato alla conseguenza di una guerra indicibile. Dallo scoppio di questa guerra, lo scorso febbraio, in molte comunità ebraiche in tutta Europa, abbiamo introdotto una speciale preghiera per la pace, con le seguenti parole di Rabbi Nachman, che vorrei condividere con voi in conclusione: "E possa giungere il tempo in cui una nazione non alzerà la spada contro un'altra, possano riconoscere  tutti gli abitanti della terra che non siamo venuti al mondo per discutere e fare la guerra, non per amore dell'odio, dell'invidia, della rabbia e dello spargimento di sangue... Possano realizzarsi queste parole: Io porto la pace sulla terra, perché vi corichiate a dormire e nessuno vi faccia trasalire".

Con questo spirito, a voi, a tutti noi e a tutti i popoli del mondo: Shalom - La pace sia con voi!