7 Settembre 2015 16:30 | Hotel Rogner

Intervento di Brian C. Stiller



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Brian C. Stiller

Global Ambassador della Alleanza Evangelica mondiale, USA
 biografia

Vangelo secondo Marco, 9, 14-29

E arrivando presso i discepoli, videro attorno a loro molta folla e alcuni scribi che discutevano con loro. E subito tutta la folla, al vederlo, fu presa da meraviglia e corse a salutarlo. Ed egli li interrogò: «Di che cosa discutete con loro?». E dalla folla uno gli rispose: «Maestro, ho portato da te mio figlio, che ha uno spirito muto. Dovunque lo afferri, lo getta a terra ed egli schiuma, digrigna i denti e si irrigidisce. Ho detto ai tuoi discepoli di scacciarlo, ma non ci sono riusciti». Egli allora disse loro: «O generazione incredula! Fino a quando sarò con voi?Fino a quando dovrò sopportarvi? Portatelo da me». E glielo portarono. Alla vista di Gesù, subito lo spirito scosse con convulsioni il ragazzo ed egli, caduto a terra, si rotolava schiumando. Gesù interrogò il padre: «Da quanto tempo gli accade questo?». Ed egli rispose: «Dall’infanzia; anzi, spesso lo ha buttato anche nel fuoco e nell’acqua per ucciderlo. Ma se tu puoi qualcosa, abbi pietà di noi e aiutaci». Gesù gli disse: «Se tu puoi! Tutto è possibile per chi crede». Il padre del fanciullo rispose subito ad alta voce: «Credo; aiuta la mia incredulità!». Allora Gesù, vedendo accorrere la folla, minacciò lo spirito impuro dicendogli: «Spirito muto e sordo, io ti ordino, esci da lui e non vi rientrare più». Gridando e scuotendolo fortemente, uscì. E il fanciullo diventò come morto, sicché molti dicevano: «È morto». Ma Gesù lo prese per mano, lo fece alzare ed egli stette in piedi.
Entrato in casa, i suoi discepoli gli domandavano in privato: «Perché noi non siamo riusciti a scacciarlo?». Ed egli disse loro: «Questa specie di demòni non si può scacciare in alcun modo, se non con la preghiera».


La guerra non è semplicemente un conflitto tra esseri umani. Per quanto essa nasca da torti a livello locale, incomprensioni, interessi egoistici ed avidità, nel nostro mondo più vasto c’è una forza che chiamiamo “male” che inasprisce il conflitto umano.

Questo può non piacere in un mondo occidentale tecnologico, in cui viene svalutata la metafisica e viene dileggiata la nozione di anima-spazio interiore di una persona con una prospettiva di eternità. 

Ma se vogliamo anche solo iniziare a trattare della pace come condizione cui aspirare, come cristiani dobbiamo lavorare nel quadro della storia biblica. E questa storia parla del male che cerca di impedire il buon lavoro del Padre.
•  Lo vediamo nei nostri primi genitori: Satana che cercò di minare l’autorità di Dio;
•  Abramo lo affrontò nel male di Sodoma;
•  Giobbe fu messo alla prova quando Dio permise l’accesso a Satana;
•  Gesù affrontò il potere e la presenza del male, specialmente nella vita delle persone – essere indemoniati significava essere attaccati da una presenza estranea che voleva fare soltanto il male;
•  Gesù disse che era un leone ruggente, che cercava chi divorare.


In questa storia, dopo l’esperienza del monte della trasfigurazione in cui Gesù e tre discepoli incontrano tre figure del passato
•  Ritornano alla vita quotidiana e scoprono che quelli che non erano andati sul monte erano incapaci di dare pace al ragazzo e alla sua famiglia:
•  Gesù intervenne e portò liberazione
•  “perché tu sei riuscito e noi no?”, chiesero
•  Gesù: «Questa specie di demòni non si può scacciare in alcun modo, se non con la preghiera».

Quali sono gli insegnamenti:

1. Viviamo in un cosmo in cui il bene e il male sono realtà esistenziali. La narrazione biblica è costruita su questo asse. Nell’eschaton finale, Cristo sconfigge il maligno come scritto nell’Apocalisse di san Giovanni (20,10)
2. Il male secondo le parole di Pietro: “Siate sobri, vegliate. Il vostro nemico, il diavolo, come un leone ruggente va in giro cercando chi divorare” (1Pt 5,8)
Il male non è un’idea o semplicemente un disallineamento di ragioni o interessi umani.
È una realtà che esiste in sé, ma cerca la sua strada nelle nostre vite, comunità e relazioni.
3. La guerra che trae le sue radici in relazioni spezzate, interessi egoistici e avidità, è esacerbata dal male che usa le nostre mancanze come leve per espandere e approfondire la violenza.
4. Pregare per la pace non è una gentile conversazione in cui abbiamo un dialogo con Dio allo scopo di arricchirci interiormente. È una guerra nel regno dello spirito. Non ci ha dato uno spirito di paura ma uno spirito di forza e di saggezza.
5. La preghiera non è un’attività passiva, ma ciò cui Dio ci chiama ad impegnarci come partecipanti nell’esercizio spirituale del suo Spirito nel combattere il male. Quando preghiamo per la pace, non è un’educata richiesta ma, per usare la metafora dell’Antico Testamento, è entrare nel Santo dei Santi e afferrare il corno sull’altare.
•  Non possiamo fare questo da soli
6. Il campo di battaglia non è quello solito: è una lotta spirituale
•  I nostri strumenti non sono sufficienti per vincere la battaglia. Non si può usare un metro per tagliare un pezzo di legno.
7. Le lettere di Berlicche (The ScrewtapeLetters) è un romanzo di C. S. Lewis scritto in stile satirico rivolto ai cristiani, una serie di lettere dal vecchio demone Berlicche (Screwtape) a suo nipote Malacoda (Wormwood), un giovane tentatore.
8. Storia finale: Sud Africa1994:
•  1994 – Nelson Mandela corre per la presidenza ed è probabile che vinca.
•  Il capoButhelezi (politico sudafricano e capo della tribù Zulu che aveva fondato l’Inkatha Freedom Party
•  Buthelezi rifiuta di permettere al suo popolo di votare. Il risultato probabile è questo: Mandela vince e allora Buthelezi potrà dire che l’elezione era irregolare perché il suo popolo non ha votato ed è probabile che ci sarà stato uno spargimento di sangue. La sfida è convincerlo a cambiare idea e che permetta al suo popolo di votare.
•  Washington Okumudel Kenya, negoziatore di pace, viene portato da Cassidy per negoziare.
•  Michael Cassidy dell’African Enterprise
•  Dà in affitto lo stadio di Durban per la preghiera
•  Buthelezi rifiuta di aspettare Okumu che arrivi all’aeroporto per i colloqui. Se ne va, ma il pilota è costretto a tornare per difficoltà tecniche. Nel frattempo Okumu è arrivato e inizia il colloquio. Alla fine Buthelezi accetta che il suo popolo sia coinvolto nelle elezioni.