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Dall'Assemblea Inaugurale dell'Incontro Internazionale per la pace a Barcellona: le parole di Andrea Riccardi

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RICCARDI (1). COSTRUIRE LA FAMIGLIA UMANA E NON DRAMMATIZZARE LE DIFFERENZE. NON BASTA PREDICARE LA TOLLERANZA MA COMPIERE UN VIAGGIO IN SE STESSI PER ESSERE AMICI DI DIO E DEGLI ALTRI.

All’inaugurazione del Meeting di Barcellona, Andrea Riccardi, fondatore della Comunità di Sant’Egidio, saluta la Catalogna, “terra di libertà e di pensieri lunghi”, e Barcellona, che si appresta ad inaugurare il tempio della Sagrada Familla. “Il dialogo chiama le religioni ad essere pilastri spirituali di un mondo come famiglia. Famiglia è termine semplice, umano, antico, alla portata di tutti, con una sua ingenuità sapiente: il mondo come famiglia esprime la radicale unità dei popoli. E’ forse un termine naif per la politologia ma la famiglia parla di unità”.
Per Riccardi non basta predicare la tolleranza, ma “bisogna compiere il viaggio più lungo nel cuore di se stessi per ritrovarsi amici di Dio e amici degli altri”. Riccardi ha rammentato come nel Corano si affermi “Metti la tua fiducia in Dio, ti basti la sua protezione” Ma la prova della fede, ha ricordato Riccardi citando il rabbino Jonathan Sacks, “consiste nel capire se io sono in grado di lasciare spazio alla differenza: riesco a riconoscere l’immagine di Dio in qualcuno che non corrisponda alla mia immagine? Dobbiamo considerare familiare chi mi è differente, ed evitare la drammatizzazione delle differenze, che è un gioco pericoloso per il clima dei nostri paesi, anche se elettoralmente può sembrare redditizio. La presenza dei rom non è una minaccia, ma un problema da affrontare con pazienza e impegno. L’integrazione degli immigrati è un compito epocale da svolgere con intelligenza”.

RICCARDI (2): SI CONCLUDE IL DECENNIO DEL CONFLITTO, CON LA SUA DRAMMATICA EREDITA’. MA LA STORIA E’ PIENA DI SVOLTE E LA SPERANZA – E NON LA VIOLENZA NE E’ IL VERO MOTORE.

Riccardi ha ricordato come “la pace sia è drammaticamente fragile in tante parti del mondo”, ed il decennio che si sta concludendo ha visto la “riabilitazione della guerra come strumento efficace per difendere la pace e la sicurezza” ed ritorno alla visione per cui “la storia ha la sua levatrice nel conflitto.” Molti – ha detto Riccardi – criticavano il dialogo, e volevano arruolare le religioni sotto le bandiere del conflitto. “Uomini e donne fragili interiormente si sentivano forti parlando di forza o di guerra. Il fanatismo diventava l’approdo per gente spaesata, debole, ma che faceva il volto duro e aveva l’odio nello sguardo”.
Ma se il nuovo millennio a molti è sembrato avere inizio l’11 settembre 2001, per Riccardi “la storia può essere piena di svolte e di sorprese”. Bisogna riconsegnare al mondo la speranza nel futuro, perché “abbiamo visto il fallimento della guerra per portare la pace e sappiamo quale eredità avvelenata lascino le guerre e il terrorismo. Si è infranto il mito del  mercato globale, ma si è anche logorata la speranza di costruire un mondo più umano…La rassegnazione significa accettare di essere mediocri, senza sogni, gestori del presente. Non capita questo anche agli uomini di religione?”.
La speranza, e non la violenza, è il motore dei passi in avanti dell’umanità per ogni generazione. “Costruire un mondo diverso vuol dire innanzitutto un mondo in pace. Perché la guerra è l’aspetto più disumano della storia dei popoli”


RICCARDI (3). LE FEDI E LA PREGHIERA ALLA RADICE DELLA SPERANZA PER L’AFRICA E PER IL MEDIO ORIENTE. IL RAPPORTO CON L’ASIA NON SIA SOLO MERCANTILE MA ANCHE SPIRITUALE

Riccardi, quasi introducendo uno dei punti salienti del meeting di Barcellona, ha ricordato la Terra Santa, dove occorre giungere ad una soluzione condivisa, senza nascondersi le difficoltà. “La riconciliazione in quella regione, nella sicurezza di Israele, nel disarmo dei violenti e dei terroristi, nella patria per i palestinesi, è difficile, ma sarà il segno profetico di un’era nuova per il mondo”. Riccardi ha quindi richiamato due complesse situazioni, nel cuore dell’Africa, in cui Sant’Egidio, gli uomini di religione e la forza della preghiera hanno dato un importante contributo per evitare il conflitto e favorire la riconciliazione, e cioè la Costa d’Avorio e la Guinea. A proposito delle significative delegazioni asiatiche – fra cui spiccano la Cina, ma anche l’Indonesia, il Pakistan, il Giappone e l’India, Riccardi ha affermato che “con l’Asia non ci sono solo affari da fare, ma c’è un dialogo spirituale da intessere in un mondo multipolare. Ci si chiede che cosa cambia la preghiera. Ma bisognerebbe chiedersi che cosa sarebbe questo mondo senza la preghiera”.