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Joseph Coutts

Cardinale, Arcivescovo di Karachi, Pakistan
 biografia

 La protezione e la conservazione dei luoghi di culto sono parte integrante della libertà di culto. In qualsiasi paese in cui i membri delle minoranze religiose sono riconosciuti come cittadini, queste costituiscono una parte integrante della società.

 
I loro luoghi di culto devono essere non solo tollerati, ma riconosciuti e rispettati come parte del paesaggio.
 
Nella Repubblica Islamica del Pakistan la religione di stato è l’Islam. Tutti i gruppi religiosi minoritari nel loro insieme costituiscono non più del 5% della popolazione totale. Tuttavia la nostra costituzione afferma chiaramente che tutti i gruppi religiosi sono liberi di praticare la propria religione. Infatti in Pakistan ci sono molte chiese Cristiane, templi Induisti, gurdwara Sikh, sale Baha’i e un tempio Zoroastriano.
 
Il governo del Pakistan ha persino dei fondi speciali per la riparazione e la manutenzione dei luoghi di culto non musulmani. Nel luglio di quest’anno il governo di Sindh ha annunciato che una enorme somma di denaro sarebbe stata devoluta alle riparazioni della cattedrale di San Patrizio a Karachi e al restauro delle sue preziose vetrate. La cattedrale fu costruita nel 1878 in stile gotico ed è stata dichiarata patrimonio culturale dal governo.
 
Tuttavia rimane questa amara realtà: benché la maggioranza della popolazione rispetti i luoghi di culto non musulmani, nella nostra società permangono pregiudizi ben radicati e percezioni negative riguardo ai non musulmani. Con l’ascesa di forme militanti ed estremiste di Islam negli ultimi due o tre decenni c’è stato un marcato aumento dell’intolleranza nella società. In questa atmosfera diventa facile incendiare le passioni nel nome della religione, usando il discorso dell’odio.
 
Un triste esempio di questo è accaduto nel 1997. Si era diffusa una voce che alcuni cristiani avevano dissacrato il santo Corano. Istigata da un imam che parlava da un altoparlante una folla numerosa si era raccolta e aveva attaccato un grande villaggio cristiano chiamato Shantinagar (Peace-ville). I cristiani erano fuggiti per salvarsi ma molte case e due chiese erano state distrutte dalla folla.
 
Un incidente quasi identico è accaduto di nuovo nel 2009. Una folla aveva attaccato un quartiere cristiano di un villaggio chiamato Korian, istigata dalla notizia non vera secondo cui i cristiani avevano offeso il sacro Corano. Poi gli assalitori avevano attaccato la città vicina di Gojra, bruciando 50 case di cristiani e due piccole chiese. In questo caso hanno anche perso la vita sette cristiani. 
 
Il governo è stato rapido a rispondere, dando fondi per la ricostruzione di case e chiese. Cosa più importante, la polizia ha anche avuto l’incarico di proteggere i luoghi di culto. 
 
Tuttavia, in anni recenti, gruppi estremisti islamici come i talebani -influenzati dall’Isis (Daesh) e Al Qaeda - sono diventati più violenti. A differenza degli attacchi da parte della folla, questi gruppi fanatici non esitano ad usare attentatori suicidi ed armi automatiche per uccidere fedeli che si radunano in chiesa per pregare. Hanno persino attaccato luoghi di culto di sette musulmane minoritarie. Dal 2001 al 2017 ci sono stati più di una dozzina di questi attacchi in luoghi di culto cristiani, il peggiore è stato l’attacco alla chiesa di All Saints nella città di Peshawar, dove sono stati uccisi circa 150 cristiani all’uscita dalla chiesa.
 
Grazie alla protezione fornita dalla polizia e dai poliziotti a cavallo armati, il numero di coloro che sono stati uccisi e feriti in successivi attacchi è diminuito in maniera significativa. Tuttavia non è facile nemmeno per il governo eliminare questa minaccia. Alla fine di luglio 2019 il nostro primo ministro, parlando in occasione del Giorno delle Minoranze, ha rimarcato il fatto che tutti i luoghi di culto delle minoranze religiose sarebbero stati protetti. Sfortunatamente, dopo nemmeno un mese da quelle parole rassicuranti, una moschea sciita è stata attaccata e quattro persone sono state uccise.
 
Di conseguenza continuiamo a vivere in uno stato di tensione continua, sapendo che da qualche parte, in qualche modo e in un certo momento ci sarà un altro attacco da parte di alcuni fanatici, nonostante tutte le precauzioni che si stanno prendendo.