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Continua il confronto fra israeliani e palestinesi al Meeting di Barcellona

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Durante il confronto tra Yuli Yoel Edelstein, ministro israeliano delle relazioni diplomatiche e della diaspora, Mahmoud Al-Habash, ministro degli affari religiosi dell’Autorità Nazionale Palestinese, emerge la condanna di chi scatena la violenza contro sinagoghe e moschee. I libri sacri devono sempre essere rispettati perché contengono il nome di Dio.

Il serrato confronto inizia con il ricordo dell’attacco ad una moschea avvenuto ieri in Cisgiornadia. “Sarà una coincidenza che l’attacco sia avvenuto proprio mentre parlavamo, ma chi attacca le moschee – ha detto Al Habash – è contro ogni profeta, Abramo, Gesù e Mohamed, ed è contro il Dio del Corano e della Torah”. Sul punto Edelstein ricorda la distruzione delle sinagoghe avvenuta a Gaza dopo il ritiro dell’esercito israeliano.

Su argomenti quali la moratoria sugli insediamenti e la natura dell’occupazione le posizioni sono lontane. Per Al Habash il rapporto con Gaza è un problema esclusivamente interno alla casa palestinese, che “sarà risolto quando saranno definiti i confini dello Stato palestinese”. In proposito il rappresentante dell’ANP ha ricordato come egli stesso facesse parte di Hamas sino ai primi anni ’90, e che sarà possibile un dialogo tra Hamas e Fatah, come avviene all’interno di ogni comunità politica. Diversa la posizione di Edelstein, per cui “non possiamo firmare con l’autorità palestinese e non chiederci che succederà con Hamas a Gaza. Ero contrario al ritiro da Gaza perché temevo una recrudescenza della violenza, ma dobbiamo lavorare per le giovani generazioni, perché in esse non sia instillato l’odio.”