Compartir En

Pinchas Goldschmidt

Presidente de la Conferencia de rabinos europeos
 biografía

Questo incontro di Sant’Egidio a Roma ha luogo quasi due anni dopo l’avvento della pandemia che ha stravolto il mondo così come lo conoscevamo. La buona notizia è che il mondo è sopravvissuto molto meglio di quanto fece con la Peste Nera o l’influenza Spagnola e, grazie alla cooperazione di tanti scienziati e ricercatori medici, sono stati prodotti i vaccini, e il mondo è ora alla ricerca della giusta combinazione di medicinali per guarire i malati. La cattiva notizia è che milioni di persone sono morte per questa pandemia, e che la pandemia continua ad affliggere la vita di centinaia di milioni di persone.

Facciamo quindi nostra la speranza e la preghiera secondo cui, a differenza delle precedenti pandemie che hanno apportato una forte instabilità politica, oggi i cittadini del mondo possano ritrovarsi assieme in unità e responsabilità.

Nel cercare fonti di saggezza e consiglio, ricorriamo alla Genesi, l’inizio degli inizi, quando insita nella creazione dell’uomo fu la quasi immediata situazione di conflitto e odio. Nel richiamare la storia dei primi due fratelli, Caino e Abele, la Torah ci trasmette la storia di un conflitto religioso tra due che cercavano di costruire ciascuno un rapporto esclusivo con Dio, provocando un conflitto, culminato nell’assassinio e nell’esilio.

E’ anche la storia dell’umanità e della nostra civiltà che, lungo i millenni, ha fatto la guerra per portare la “vera” fede agli altri. L’epoca delle guerre di religione non si è conclusa.

Viviamo nel ventunesimo secolo che sin dagli albori è segnato dall’odio, dal terrorismo, dal conflitto in nome di Dio, sotto la guida di falsi profeti che prometto il ritorno al giardino dell’Eden, riesumando le pratiche disumane e barbare di un millennio fa. Questi falsi profeti accendono la miccia dell’odio e del panico in intere religioni, portando sofferenza a milioni di persone, specialmente donne. Mi chiedo quale debba essere la nostra risposta a questo nuovo volto della religione che mette a repentaglio la pace e il benessere di milioni di persone. Perché davanti al male, la neutralità e l’inerzia sono esse stesse male.

Concluderemo le nostre deliberazioni domani, all’ombra del Colosseo. Per noi ebrei il Colosseo ha un significato particolare essendo stato costruito da Vespasiano, conquistatore della Giudea, impiegando i prigionieri di guerra ebrei nella sua costruzione e i denari sottratti al Tempo di Gerusalemme nel suo finanziamento. Davvero i nostri antenati erano dei bravi muratori, giacché non solo il Colosseo è sopravvissuto ai secoli, ma anche le piramidi d’Egitto, costruite tredici secoli prima da schiavi ebrei, sono ancora in piedi. Sarebbe domani un momento ideale per fare un po’ di propaganda a queste nostre abilità, se gli ebrei contemporanei sparsi per il mondo non fossero ormai liberi di esercitare ogni tipo di professione.

Ora un accenno più serio. Il Colosseo, importante monumento della cultura romana, è l’istituzione del passato, che nei tempi antichi provvedeva al divertimento delle famiglie mostrando la sofferenza umana, celebrava lo spargimento di sangue e la morte, bestemmiando la santità della vita umana.

E’ pertanto un vero bene che la Comunità di Sant’Egidio abbia promosso questo incontro qui a Roma, assieme ad altre notevoli iniziative, essendo all’altezza del richiamo biblico: “Sono il custode di mio fratello” e chiedendo a tutti e a ciascuno di essere responsabili dell’altro, di preservare la vita, di preservare la pace, di sostituire la parola al silenzio, il partenariato alla solitudine, la speranza e l’amicizia alla paura dell’altro. Ricordiamo con orgoglio e gioia quando il premio Rabbi Moshe Rosen della Conferenza dei rabbini europei è stato conferito al fondatore della Comunità di Sant'Egidio il professor Andrea Riccardi - per il suo impressionante impegno a rendere questo mondo un posto migliore.

Vorrei esprimere il nostro più sincero apprezzamento alla comunità di Sant’ Egidio per il suo continuo sostegno alla memoria della Shoah, per la lotta contro il ricorrente antisemitismo, per il sostegno alla comunità ebraica in Europa, per difendere la libertà della pratica religiosa ebraica e quindi per la possibilità di pensare a un futuro per gli Ebrei in Europa.

È con una comprensione più profonda e rinnovata che torniamo a leggere il libro della Genesi - l'inizio e la base della Bibbia e dell’Ebraismo: di come il nostro patriarca Abramo aprì la sua tenda a tutti gli stranieri, di come il nostro patriarca Giacobbe rimosse le barriere all’accesso al bene più importante del mondo, l'acqua dolce, a favore dello straniero e dello svantaggiato.

Yuval Noah Harari ha osservato che mentre il mondo medico e scientifico si sono uniti per combattere e trovare un rimedio contro il virus, gli stati e le entità politiche si sono separati, isolandosi dal mondo esterno e così ogni nazione è andata per la sua strada nella lotta contro il virus.

Ma se c'è una cosa che questo virus perfido e insidioso ha insegnato al mondo, è la totale interdipendenza dell'umanità. Anche se i paesi ricchi vaccinassero tutti i loro cittadini, ignorando il terzo mondo, una nuova variante proveniente da lì potrebbe rendere il loro vaccino irrilevante e obsoleto. 

Il Covid-19 ha insegnato a tutti noi l'umiltà e la vulnerabilità. L'umanità, che è stata in grado di raggiungere il pianeta Marte, è stata umiliata da questa invisibile e microscopica creatura, che ha provocato il totale scompiglio delle nostre vite. Ma il virus ci ha anche ricordato la nostra interdipendenza gli uni dagli altri. Quanto ci è mancato il sorriso, l'abbraccio e il bacio dell'altro?

L'interdipendenza dell'umanità si deve manifestare anche nella nostra cura per l'ambiente e nel grande compito di salvare il nostro pianeta e i suoi abitanti dai pericoli del riscaldamento globale. Per troppo tempo abbiamo cercato di ignorare questa sfida crescente, illudendoci che sarebbe scomparsa dalla nostra vista quando non ne avessimo discusso. Anche in questo caso, ci viene chiesto di unire gli sforzi con i coabitanti del nostro pianeta per assicurare che questo bellissimo mondo, che Dio ha creato, sia abitabile per le generazioni a venire.

Permettetemi una parola sul disarmo nucleare. Ad eccezione del periodo della guerra fredda, il pericolo maggiore non sono gli arsenali a disposizione delle superpotenze, o di quei paesi che ancora pensano di essere una superpotenza, accumulati in nome della deterrenza reciproca, ma il pericolo di proliferazione di armi nucleari e tattiche in paesi, organizzazioni e individui che potrebbero usarle per minacciare e addirittura distruggere il nostro pianeta.

A differenza dei tempi della guerra fredda, oggi abbiamo a che fare con un movimento religioso estremo, suicida. La presenza di Stati controllati da questa ideologia, dotati di armi nucleari, renderebbe il nostro pianeta un posto molto pericoloso.

Mentre usciamo lentamente dai nostri nascondigli su "Zoom", dai nostri bunker e dal culto dell'io, e torniamo alla vita pubblica e comunitaria, dovremmo coltivare la nostra interdipendenza e comunanza umana. Il nuovo mondo che si sta sviluppando dopo questa pandemia dovrebbe imparare da Caino e Abele, i primi due fratelli, che la nostra relazione con Dio non può essere solo individuale ed esclusiva, ma deve includere i nostri simili, uomini e donne come afferma la preghiera giudaica per il Nuovo anno: וייעשו כולם אגודה אחת לעשות רצונך בלבב שלם Tutta l’umanità deve unirsi nel servizio a Dio con tutto il cuore.