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Yoshinori Shinohara

Secretario general de la Conferencia Asiática de Religiones por la Paz, RKK
 biografía
Grazie molte per l’opportunità di parlare nella sessione su "Un mondo senza armi nucleari". Sono Yoshinori Shinohara, Segretario Generale di Religioni per la Pace-Giappone e Asia.
 
Innanzitutto, vorrei esprimere la mia più sentita considerazione per la comunità di Sant’Egidio e per tutti coloro che continuano a tenere questo incontro di preghiera, ogni anno da 37 anni, dal 1986. Nel mezzo della grave situazione internazionale, sono meravigliato di quanta gente sia stata rincuorata e incoraggiata da questo incontro di preghiera.
 
Religions for Peace è un’organizzazione internazionale fondata nel 1970 per promuovere azioni di pace attraverso la solidarietà tra le diverse religioni. Dal 1999, le è stato concesso lo “status consultivo generale” dal Consiglio Economico e Sociale delle Nazioni Unite (ECOSOC). Religions for Peace è impegnata in azioni di pace come riconciliazione in situazioni di conflitto, disarmo, attività umanitarie, protezione dell’ambiente ed educazione alla pace, attraverso il dialogo inter-religioso e la cooperazione. 
 
Una delle principali ragioni che hanno portato alla fondazione di Religions for Peace è stata l’abolizione degli ordigni nucleari, dato che i leader religiosi nel mondo, temendo l’imminente distruzione dell’umanità a causa della straordinaria corsa agli armamenti nucleari verificatasi tra Stati Uniti ed Unione Sovietica dal 1960 al 1970, presero posizione per la prevenzione della guerra nucleare e l’abolizione delle armi nucleari, propugnando l’amore per l’umanità e la fraternità, e diedero vita a Religions for Peace.
 
Da allora, sono passati cinquantatré anni. Tuttavia, le armi nucleari non sono scomparse e la minaccia di una guerra nucleare si è accresciuta negli ultimi anni. L’”Orologio dell’Apocalisse”  dell’ “American Scientific Journal” indica [proprio] in quest’anno il momento finora peggiore. Ciò significa che stiamo vivendo nel pieno di una grande crisi. Una delle principali ragioni di tutto questo è il rischio crescente dell’utilizzo del nucleare nel contesto ucraino. Il Presidente Vladimir Putin ed altri esponenti governativi russi fanno spesso riferimento all’uso di armi nucleari.
 
Che provvedimenti si richiedono ai leader religiosi in risposta a questa situazione? Religions for Peace-Giappone, un’alleanza di leader religiosi con base in Giappone, il solo paese ad aver fatto esperienza del lancio di armi nucleari in tempo di guerra, ha discusso e tentato di agire per superare la presente difficile situazione internazionale, legata alle armi nucleari.
 
Quest’ultimo maggio, si è svolto ad Hiroshima il vertice del G7. Nell’edificazione della pace, Religions for Peace attribuisce una priorità elevata al dialogo coi leader politici. Una delle sue azioni più importanti consiste nel raccogliere le voci dei leader religiosi del mondo e farle giungere direttamente ai leader politici.
 
Religions for Peace-Giappone ha consegnato direttamente nelle mani del primo ministro giapponese Fumio Kishida, che presiedeva il vertice del G7 a Hiroshima, una dichiarazione di leader religiosi giapponesi su varie questioni globali. Eravamo pienamente consapevoli del significato del vertice del G7 tenuto a Hiroshima, il luogo del bombardamento atomico del 1945. Dal momento che avevamo la forte speranza che una guerra nucleare non si ripeta mai più, la nostra dichiarazione è stata intitolata “Raccomandazioni dei Leader Religiosi per il Vertice del G7 - Mirare ad una Pace Sostenibile Guidati dallo Spirito di Hiroshima”. I sei temi affrontati in questa dichiarazione sono principalmente: "Invertire la tendenza dalla divisione alla riconciliazione e dall’opposizione al dialogo", "Evitare la guerra nucleare e abolire le armi nucleari", "Adempiere alla responsabilità della sostenibilità globale", "Adempiere alla responsabilità di raggiungere gli Obiettivi di Sviluppo Sostenibile ", "Correggere le disuguaglianze economiche eccessive" e "Proteggere la libertà religiosa". 
 
In particolare, abbiamo sottolineato la raccomandazione, alle nazioni del G7, di diffondere insistentemente il messaggio che l’uso di armi nucleari non sarà tollerato in nessuna circostanza, insieme a quello di una rapida abolizione delle armi nucleari, poiché ci troviamo ora di fronte ad un accresciuto rischio di utilizzo di armi nucleari a partire dalla crisi ucraina. Ed abbiamo insistito sul fatto che questa guerra ha infestato il mondo con una forte contrapposizione binaria, fatta di reciproca diffidenza, in cui il mondo è chiaramente diviso in amici e nemici. In risposta all’attuale situazione, le nazioni che partecipano al vertice del G7 dovrebbero prendere l’iniziativa di esprimersi e agire con decisione, [perché si passi] dalla divisione alla riconciliazione e dal confronto al dialogo, così da porre fine alla guerra. 
 
Il vertice del G7 di Hiroshima presenta sia risultati che sfide. Per quanto riguarda i risultati, è stato storicamente significativo che il vertice del G7 si sia svolto ad Hiroshima, che i leader dei sette paesi abbiano pregato al Cenotafio per le Vittime della Bomba Atomica, che abbiano visitato il Museo della Pace di Hiroshima e che abbiano dialogato con i sopravvissuti alla bomba atomica. Il fatto che i leader dei sette paesi abbiano lasciato un proprio pensiero scritto al Museo della Pace di Hiroshima ed inviato un messaggio di pace, anche se si trattava di un “auspicio personale”, ha costituito un raggio di luce. Mi rendo conto che questo è dovuto al fatto che essi hanno appreso la realtà del bombardamento atomico di Hiroshima e che hanno accolto lo “spirito di Hiroshima”. Certamente, l’attenzione del mondo è stata attratta su Hiroshima e lo slancio verso l’abolizione delle armi nucleari si è ulteriormente rafforzato.
 
Purtroppo, però, devo anche segnalare che ci sono dei problemi in relazione alla nostra proposta. Il primo sta nel fatto che, nella “Visione di Hiroshima sul Disarmo Nucleare” dei leader del G7 – che è una dichiarazione ufficiale, non c’è alcuna indicazione di una volontà di abolire le armi nucleari; piuttosto, questa giustifica la teoria della deterrenza nucleare e ammette la continuazione del possesso di armi nucleari, [e questo] nella città vittima della bomba atomica. Devo esprimere il nostro rammarico per l’atteggiamento contraddittorio esibito  dal governo, che ammette l’esistenza di armi nucleari pur comprendendo la tragedia delle armi nucleari. In secondo luogo, per quanto riguarda la situazione in Ucraina, il dibattito sull’assistenza militare all’Ucraina e sul rafforzamento delle sanzioni contro la Russia è stato limitato ad un discorso sulle due parti del conflitto, un andamento che ha ulteriormente approfondito lo scontro, mettendo in chiaro quale delle due parti è il nemico. È inoltre spiacevole che non ci sia stato alcun messaggio circa una visione ampia mirante a por termine alla guerra, né su un impegno verso il dialogo e la riconciliazione per risolvere la situazione. Non dobbiamo dimenticare che il G7 dovrebbe compiere degli sforzi diplomatici in direzione di un cessate-il-fuoco, non certamente per intensificare lo scontro tra potenze.
 
Continueremo a lavorare per mezzo del dialogo coi leader politici per aprire la strada all’abolizione delle armi nucleari e alla fine della guerra.
 
Inoltre, Religions for Peace-Giappone considera di fondamentale importanza per la costruzione della pace l’azione degli stessi leader religiosi, in aggiunta agli appelli ai leader politici. Per quanto riguarda la situazione in Ucraina, dove [il rischio di] utilizzo di armi nucleari è in crescita, noi, in quanto gente di religione, abbiamo fatto dei passi per risolvere questa crisi.   
 
Per portare questa grave tragedia ad una rapida fine, l’anno scorso Religions for Peace-Giappone, insieme alla propria rete globale, ha tenuto l’incontro di dialogo della Prima Tavola Rotonda di Tokyo per la Pace, cui hanno partecipato leader religiosi dalla Russia e dall’Ucraina, per discutere sulla riconciliazione. Vi hanno partecipato circa 100 leader religiosi e funzionari governativi dall’Ucraina, dalla Russia, e anche da 14 altre nazioni del Medio Oriente e dell’Asia. Ci siamo concentrati sui valori e sugli influssi religiosi che sono importanti per entrambe le parti, nell’obiettivo di promuovere la riconciliazione tra i leader religiosi.
 
Il valore di questa tavola rotonda è consistito nella realizzazione della presenza comtemporanea di delegati di entrambe le Chiese Ortodosse, sia ucraina che russa, il che ha confermato l’efficacia del dialogo. Dalla Russia, era presente un esponente della Chiesa Ortodossa russa, in rappresentanza del patriarca Kirill. Altri partecipanti russi includevano il Presidente dell’Assemblea Spirituale dei Musulmani Russi  e il Direttore della Federazione delle Comunità Ebraiche russe.
 
Il rappresentante ufficiale della Chiesa ortodossa ucraina era l’arcivescovo responsabile delle pubbliche relazioni. Erano anche presenti dall’Ucraina un prete greco-cattolico e il Direttore del dipartimento per gli Affari Religiosi del Ministero degli Esteri ucraino. Inoltre, particolare eccezionale di questa tavola rotonda è stata la presenza di rappresentanti della Chiesa greco-ortodossa di Costantinopoli, che ha profondi legami storici sia con la Chiesa ortodossa russa che con quella ucraina. Abbiamo avuto la presenza di S. E. il Metropolita Emmanuel dell’antica metropolìa  di Calcedonia, che è il co-moderatore di Religions for Peace International. Grazie ai rappresentanti della Chiesa Greco-ortodossa (di Costantinopoli), credo che il livello dell’influenza e dell’efficacia della conferenza sia decisamente aumentato.
 
La tavola rotonda è stata a volte accalorata e polemica, ma entrambe le parti sono state in grado, alla fine, di giungere a scoprire una visione condivisa del loro futuro impegno in una dichiarazione comune. Penso che l’aspetto più significativo della tavola rotonda sia stato l’adozione unanime delle dichiarazioni "Tutte le parti si impegnano in un processo di riconciliazione a lungo termine" e "Continuare questa Tavola Rotonda per la Pace per costruire la cooperazione tra le fedi e la pace". Sono rimasto molto impressionato nel vedere che tutti i partecipanti, insieme, si sono impegnati a continuare il dialogo in futuro.
 
Ritengo che la ragione per cui il dialogo diretto tra Ucraina e Russia si è realizzato fruttuosamente a Tokyo - mentre non era stato possibile nel passato - e per cui entrambe le parti sono state in grado di confermare l’importanza del dialogo e della cooperazione congiunta, risieda nel fatto che la tavola rotonda si è tenuta a Tokyo, ad una certa distanza dall’Ucraina. E, ancor più importante, nel fatto che, durante la tavola rotonda, tutti i partecipanti hanno visitato il santuario shintoista di Meiji Jingū , il tempio buddista di Sensō-ji, e l’organizzazione laica buddista del Risshō Kōsei Kai a Tokyo, per poter fare esperienza della spiritualità religiosa giapponese. Credo umilmente che, passando per l’incontro con lo spirito di armonia che queste religioni giapponesi amano e con la spiritualità che valorizza le relazioni tra le persone, la natura, gli dèi e il Buddha, i partecipanti alla tavola rotonda, sia pure nel pieno dell’odio tra entrambe le parti, siano riemersi con una determinazione, singolarmente presente in loro, basata sulle spiritualità religiose per la pace.
 
Naturalmente, non ci si può aspettare che questa singola conferenza porti a un’immediata fine della guerra che ha causato così tante vittime e così tanti danni. È solo un piccolo tentativo. Ma Religions for Peace-Giappone continuerà a tenere questo tipo di tavole rotonde per la pace per quanto possibile, cercando insistentemente un percorso verso la fine della guerra.
 
Sin dalla sua fondazione, Religions for Peace ha cercato di mettere insieme le molteplici risorse delle religioni per realizzare un’azione comune. Poiché guardiamo in direzione di "Un mondo senza armi nucleari", dobbiamo ancor più fermamente mettere insieme la saggezza delle nostre tradizioni religiose e lavorare insieme per condurre un’azione incisiva verso il [nostro] programma comune. E se la spinta collettiva da ciò generata toccherà diverse aree del mondo e della società, realizzeremo il nostro scopo di un mondo libero dalle armi nucleari. Se non si fa nulla, nulla cambierà. Possiamo lavorare insieme.
 
Grazie molte per la vostra attenzione.